Se ne parla ovunque: sui giornali, in tv, al bar e in famiglia. Eppure non è molto diverso dal classico virus influenzale che arriva in autunno. Come comportarsi? Ecco i consigli di Aurelio Sessa, presidente della Società italiana di medicina generale per la Lombardia.
Perché questo virus è diventato così famoso?
Il virus H 1 N 1, responsabile della cosiddetta influenza suina, è una variante del virus influenzale. Differisce soprattutto per la sua elevata capacità di trasmettersi da persona a persona. I sintomi che provoca sono gli stessi di una normale influenza: febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari, mal di testa. Però, a differenza degli altri, l’H1N1 può colpire di più le fasce giovanili della popolazione.
Come comportarsi?
Nella maggioranza dei casi la sindrome influenzale passa da sola in tre o quattro giorni. Se ciò non avviene, o se ci sono difficoltà respiratorie, è bene rivolgersi al proprio medico di famiglia.
Come si trasmette?
Come tutte le influenze stagionali utilizza le gocciolino di saliva per passare da una persona all’altra. Per questo è utile proteggersi la bocca quando si starnutisce o si tossisce, lavarsi spesso le mani e, in assenza di acqua, usare gel alcolici. Se il virus si diffonde in modo rilevante, indossare le mascherine ed evitare di frequentare luoghi troppo affollati. E’ importante poi che, chi ha l’influenza, stia a casa dal lavoro o da scuola, per evitare di diffonderlo ancora di più.
Chi sono le persone a fischio?
I rischi maggiori riguardano le complicanze che possono insorgere, non tanto la sindrome influenzale in sé. I bambini, soprattutto i neonati, corrono un rischio elevato di problemi alle alte vie respiratorie, come sinusiti e otiti. Per quanto riguarda gli anziani, invece, i rischi maggiori riguardano le complicanze cardiovascolari. Per questo è utile, se l’influenza colpisce queste persone, rivolgersi al medico.
E per quanto riguarda le donne in gravidanza?
Anche loro sono considerate, dal ministero della Salute, ad alto rischio di complicanze. Per questo viene raccomandata la vaccinazione alle donne che si trovano al secondo e terzo trimestre di gravidanza. Nel primo trimestre non è controindicato, ma non esistono studi sulla sicurezza del vaccino. Quando il bimbo nasce, poi, è bene stare attente. Perché se si prende l’influenza mentre si allatta è facile contagiare anche il neonato. Meglio sospendere per qualche giorno l’allattamento diretto, ricorrendo magari a un tiralatte.
Arrivare preparati all’appuntamento con il freddo, gli sbalzi di temperatura e i malanni di stagione. Come? Diversi studi hanno dimostrato che l’assunzione di vitamina C è in grado di ridurre l’incidenza dei disturbi invernali: l’acido ascorbico (nome scientifico della vitamina C) stimola la produzione degli anticorpi, molecole del sistema immunitario che ci proteggono dai virus.
Per questo, secondo i nutrizionisti è bene, durante la stagione fredda, aumentare la “dose” giornaliera di frutta e verdura. E quando ciò non sia possibile, per ragioni di lavoro o di tempo, ricorrere ad integratori alimentari. Oltre alla vitamina C, negli ultimi anni stanno aumentando le quotazioni delle vitamine del gruppo B, fondamentali per la produzione di macrofagi e globuli bianchi, cellule di difesa per l’organismo.