Una nuova ricerca ha concluso che il gel vaginale microbicida PRO 2000 non previene l’infezione da HIV nelle donne.
I ricercatori concordano sul fatto che mentre i risultati significano la fine per il PRO 2000, e tutta la “seconda generazione” di formulazioni microbicidi, sono ottimista sui microbicidi di prossima generazione, che sono già nella fase dei test
spiegano i ricercatori. Il trial ha coinvolto 9.385 donne in Africa orientale e meridionale e anche se il gel è sicuro, non è riuscito a prevenire l’infezione come si sperava.
Questa è stata una prova grande e importante e mentre è deludente che il PRO 2000 non ha mostrato un effetto contro l’infezione da HIV, tuttavia il prodotto è stato sicuro e il processo è stato ben condotto
ha detto il professor Helen Rees, direttore esecutivo della salute riproduttiva e ricerca sull’HIV. I microbicidi sono gel, schiume o creme utilizzate per prevenire la trasmissione sessuale vaginale del virus HIV e di altre infezioni sessualmente trasmissibili se applicato all’interno della vagina.
Altri studi deludenti sono stati fermati, ma i ricercatori continuano a cercare uno che funzioni correttamente. L’ultima prova tecnica nota come “MDP 301” è stata condotta tra il settembre 2005 e settembre 2009. Le donne allo studio sono state “reclutate” in Zambia, Uganda e Tanzania.
La sperimentazione clinica ha testato il gel microbicida con due diverse dosi, e l’ha confrontato con un placebo (un gel senza attività contro l’HIV). Il gel attivo è stato testato in precedenza in laboratorio su animali, dove aveva dimostrato un effetto protettivo contro l’HIV e le altre infezioni sessualmente trasmissibili, impedendo l’accesso delle cellule HIV.
Tutti i partecipanti hanno effettuato un test per valutare la loro comprensione del processo, prima dell’iscrizione e per tutto lo studio, e sono state fornite informazioni sui rischi. Il gel pare avere un tasso di efficacia tra lo 0,5 e il 2%, molto inferiore a quanto accaduto sugli animali. I ricercatori ritengono che, nonostante i deludenti risultati, la sperimentazione ha fornito l’occasione per fornire una nuova conoscenza sull’HIV da parte di quelle donne a rischio che però conoscevano ben poco di questa malattia.
Nell’Africa sub-sahariana, le donne rappresentano quasi il 60% degli adulti che vivono con l’HIV, e in molti Paesi dell’Africa australe le giovani donne hanno almeno tre volte più probabilità di essere HIV-positive rispetto ai coetanei uomini.
[Fonte: Health24]