Sembra che negli ultimi anni siano sempre più numerose le richieste di allungamento del pene. Tuttavia, affermano gli esperti, alla base di questo fenomeno, piuttosto che una reale condizione di micropenia si celano spesso sentimenti di inadeguatezza legati ad ansia da prestazione e al timore di non soddisfare partner sessuali che appaiono sempre più esigenti.
Ma mentre in giovane età è normale avere la sensazione che il proprio pene non abbia dimensioni adeguate, lo stesso non può dirsi quando questo dubbio perdura anche in età adulta sfociando spesso in un vero e proprio disturbo definito dismorfofobia peniena, ovvero la convinzione o timore di avere un pene troppo piccolo o troppo grande, o di presentare altre anomalie del prepuzio e del glande, che può generare ansia, depressione e condurre ad una condizione di isolamento dai coetanei e dall’altro sesso.
Nel primo caso gli esperti parlano di sindrome dello spogliatoio che può insorgere quando è il confronto della propria nudità con quella di altri uomini (spesso coetanei) a generare ansie rispetto alle dimensioni del proprio pene, generalmente allo stato di riposo. Nel secondo caso invece i timori riguardano anche le dimensioni del pene in stato di erezione.
Come accennato però spesso le persone che si rivolgono all’andrologo lamentando questo problema non presentano in realtà alcuna anomalia, salvo in alcuni quadri clinici particolari che possono generare questa condizione: anomalie genetiche (sindrome di Klineferter), disfunzioni endocrine (ipogonadismo-ipogonadotropo), ipospadia (una rara anomalia congenita del pene per la quale esiste una soluzione chirurgica).
Tenuto conto che, in base a parametri statistici, gli specialisti ritengono che si possa parlare di pene piccolo quando questo si presenta di lunghezza inferiore ai sette centimetri (in stato di erezione) se si è affetti da questo dubbio è opportuno chiedere chiarimenti ad uno specialista andrologo che saprà indicare il percorso adeguato da seguire in funzione del singolo caso.