Oggi vogliamo raccontarvi la storia di Angelica, la bambina venuta al mondo lo scorso 10 maggio all’Ospedale Umberto I di Roma, dopo solo 22 settimane di gravidanza. Un piccolo miracolo della vita. Piccolo, come lei, che alla nascita pesava appena 550 grammi per 32 centimetri di lunghezza.
La madre aveva partorito tremendamente in anticipo a causa della rottura della membrana amniotica. Dopo vari mesi di difficoltà cliniche dovute ad infezioni, problemi respiratori, dotto di botallo, nutrizione parenterale totale, la bambina potrà tornare finalmente a casa, sicura dei suoi 3,5 kg e capace di alimentarsi con il biberon.
E’ stata fortunata Angelica, perché se i suoi genitori, la mamma è rumena, il papà è bulgaro, si fossero trovati in un altro Paese avrebbero ricevuto solo cure palliative, o peggio niente, per la loro bambina, come da prassi per i neonati estremamente pretermine, ovvero nati prima delle 25 settimane e con solo il 5% delle probabilità di sopravvivenza quando assistiti nei migliori centri internazionali. Ma se pensate che si tratti della prassi consolidata solo nei Paesi in via di sviluppo e sottosviluppati, vi stupirete di sapere che anche Olanda, Svizzera e Spagna offrono solo cure palliative ai bimbi di 22 settimane.
In Italia invece si applica l’assistenza intensiva, laddove almeno non si tratterebbe di accanimento valutati i gravi danni. Mario De Curtis, direttore di Neonatologia del nosocomio romano, spiega che
al policlinico Umberto I l’assistenza ai neonati molto pretermine viene iniziata e mantenuta in base alla valutazione continua delle condizioni cliniche, alla constatazione dell’assenza di importanti alterazioni neurologiche, altamente predittive di una successiva grave disabilità ed evitando ogni accanimento terapeutico.
In Lazio, stando almeno ai dati disponibili, e relativi agli ultimi anni, da quando cioè vengono registrati tutti i neonati prematuri, quello di Angelica è il primo caso di neonato sopravvissuto ad una nascita pretermine così estrema.
Riguardo ad eventuali danni neurologici riportati dalla bambina, l’ospedale si mantiene piuttosto cauto e fa sapere in una nota che
anche se una valutazione completa dello sviluppo neuro comportamentale potrà apprezzarsi sicuramente dopo i primi anni in età scolare, va segnalato che la bambina non presenta alterazioni neurologiche evidenziabili con gli esami strumentali.
[Fonti: Adnkronos; APCom]