Stando ai risultati di uno studio della Stanford University School of Medicine, le infezioni del liquido amniotico sono molto più comuni e coinvolgono più specie batteriche di quanto si creda.
Gli studiosi statunitensi hanno infatti analizzato alcuni campioni di liquido amniotico prelevato da 166 donne che rischiavano dare alla luce i propri bambini prima del tempo previsto, 113 delle quali hanno poi partorito.
Attraverso le analisi, condotte mediante la tecnica denominata PCR (Reazione di polimerizzazione a catena), più sensibile della tradizionale coltura batterica, hanno rinvenuto 25 campioni infetti da batteri o da funghi, tutti appartenenti a donne che avevano partorito prematuramente.
Inoltre, più massiccia era l’infezione più alto era il rischio che il bambino venisse alla luce intorno alla 25 settimana di gestazione.