Una nuova scoperta potrebbe spiegare perché un vaccino contro la tubercolosi non è così efficace per alcune persone. Questa scoperta è molto importante in quanto probabilmente potrebbe spiegare come mai anche altri vaccini per altre malattie non funzionano. In un rapporto di ricerca presentato sul Journal of Leukocyte Biology, gli scienziati di Singapore hanno dimostrato che il Mycobacterium chelonae, un batterio ambientale comune riscontrabile nel suolo e nell’acqua, può diminuire l’efficacia del bacillo di Calmette-Guerin (BCG), un vaccino usato per prevenire la tubercolosi.
Scoprire le ragioni per le quali il BCG non funziona aiuterà i ricercatori a progettare nuovi vaccini più efficaci contro la tubercolosi. Questo ci darà ulteriori strumenti per combattere questa malattia infettiva a livello globale
ha spiegato Geok Teng Seah, ricercatore del Dipartimento di Microbiologia presso l’Università Nazionale di Singapore. Per fare questa scoperta, gli scienziati hanno studiato i topi con e senza una precedente esposizione al M. chelonae.
Quando successivamente hanno iniettato il vaccino BCG, i topi con una precedente esposizione al M. chelonae hanno prodotto una maggiore quantità di segnali chimici soppressivi. Questi segnali chimici si ritiene riducano il livello di immunità indotta dal vaccino nei topi. Poi i ricercatori hanno estratto alcuni globuli bianchi con note funzioni soppressive, sia dai topi esposti che da quelli non esposti. Dopo il trasferimento di queste cellule in diversi gruppi di topi non esposti, hanno scoperto che i destinatari delle cellule soppressori del M. chelonae nei topi esposti non hanno risposto al vaccino come invece hanno fatto quelli non esposti.
Ciò indica che le cellule soppressori del M. chelonae nei topi esposti sono funzionalmente diverse da quelle dei topi non esposti. In definitiva, i dati suggeriscono che queste cellule, indotte nell’ospite quando esposto a M. chelonae, smorzano l’efficacia del vaccino BCG.
Questo studio getta una luce importante sul perché molte terapie immunologiche e vaccini sembrano forti in laboratorio, ma sono deboli nel mondo reale. Gli esseri umani sono esposti a molte altre non-malattie causate da batteri e virus rispetto agli animali da laboratorio relativamente puliti, e come questo studio dimostra, l’esposizione ambientale ad un genere di batteri può influenzare l’efficacia dell’immunità ai diversi agenti patogeni più pericolosi
ha concluso il dott. John Wherry, vice direttore della rivista.
[Fonte: Sciencedaily]