E’ passato un anno, dodici lunghi mesi da quel giorno in cui ad Haiti un terremoto ha distrutto tutto: 222.000 vittime in un paese dove già era difficile riuscire a sotterrare i corpicini dei bambini malati che giorno dopo giorno perdevano la vita per malattie da noi ritenute banali, oltre che per la fame e l’indigenza. 1,5 milioni di sfollati, senza un tetto. Dopo tutto questo tempo e lo spiegamento più grande di donazioni di aiuti umanitari che la storia possa raccontare, la situazione è ancora drammatica: un milione di persone vive ancora sotto le tende (molti come in quelle della foto) ed un’epidemia di colera (che sembra essere stata diffusa dai caschi blu n.d.r.) sta decimando ulteriormente la popolazione. Le vittime in questo caso sono già 3.600. L’ultima volta che ne avevamo parlato, a Novembre erano 917.
E pensare che le autorità sanitarie locali avevano parlato di “situazione sotto controllo”. Medici Senza Frontiere (MSF) Premio Nobel per la Pace nel 1999 e presente in loco da prima del terremoto, parla di un miglioramento dell’assistenza medica di base, proprio grazie all’attività delle ong, anche se la situazione non può dirsi ottimale. Il sistema di aiuti internazionali, che aveva promesso di ricostruire in fretta una nuova Haiti, non è in grado di ovviare alla diffusione dell’epidemia di colera: un drammatico limite, che si misura in vite umane. Nonostante il dispiegamento di forze e denari, ancora non sono garantite le adeguate condizioni igieniche e la fornitura di acqua potabile. Molto si deve e si può ancora fare: MSF parte dalle sue cifre, imponenti.
L’associazione, in base alle previsioni e ai conteggi effettuati dichiara di aver utilizzato dall’inizio della catastrofe ad oggi 104 milioni di euro, tutti donati da privati cittadini. Solo fino al 31 Ottobre 2010, i team di MSF hanno curato più di 358.000 persone, realizzato 16.500 interventi di chirurgia e fatto nascere ben 15.000 bambini. Già, perché la vita continua e con lei le malattie come il raffreddore, il mal di gola, la febbre, i traumi accidentali, quelli dovuti alle aggressioni, le violenze sessuali, i problemi di denutrizione…..Il colera, l’emergenza più grande e pericolosa al momento. Dall’inizio di questa epidemia su un totale di 171.000 casi registrati a livello nazionale, 91.000 sono stati curati da MSF. Ora occorre continuare a mantenere questi livelli di assistenza, gli ospedali ed i centri sanitari gestiti o supportati dall’associazione dentro e fuori la capitale Port-au-Prince. E qui possiamo intervenire anche noi tutti, ognuno a suo modo, con donazioni costanti. Sul sito di Medici Senza Frontiere ci sono le indicazioni, per contribuire all’emergenza umanitaria e sanitaria di Haiti ed altre: MSF opera in oltre 60 paesi in tutto il mondo.
Questi sono i dati di una sola organizzazione, ma ve ne sono tante altre serie, che da anni lavorano in questi luoghi. Basta sceglierne una. Perché, ricordate amici di Medicinalive…l’epidemia peggiore è quella dell’indifferenza. Forse la stessa che nei giorni scorsi ha fatto morire di freddo un neonato che viveva in strada col resto della famiglia: a Bologna, Italia.
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[Fonte: Medici Senza Frontiere]