Oggi, a causa della vita sedentaria o di alcune malattie debilitanti, sono tantissime le persone che non sono in grado di ottenere abbastanza vitamina D dalla luce solare o dai cibi. Per questo la scienza si sta impegnando per trovare nuovi metodi per fornirla, ed alcuni scienziati americani potrebbero aver inventato un nuovo tipo di cibo che potrebbe risolvere il problema: un pane rinforzato alla vitamina D, fatto con lievito che contiene un’alta quantità di questa vitamina.
Il loro studio, dopo la conferma nei test di laboratorio, è stato pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry. Connie Weaver e colleghi citano studi che suggeriscono che fino a 7 persone su 10 negli Stati Uniti non ottengono abbastanza vitamina D, la quale permette al corpo di assorbire il calcio, rinforzare le ossa, ridurre il rischio di malattie cardiache, cancro, allergie nei bambini, e altre condizioni.
Esistono poche ma buone fonti naturali di vitamina D, oltre all’esposizione al sole, e si tratta per lo più di prodotti derivati dal latte. Weaver spiega che i prodotti lattiero-caseari non ne forniscono comunque abbastanza se la pelle non viene sufficientemente esposta alla luce solare.
Il suo gruppo ha fatto dunque esperimenti sui topi da laboratorio, il passo precedente alla sperimentazione sugli esseri umani, per notare se il pane fatto con lievito ad alto contenuto di vitamina D possa essere una soluzione al problema o comportare effetti collaterali. I dubbi sono sorti per via del lievito che produce una forma della vitamina, denominata vitamina D2, che si pensava potesse essere non biologicamente attiva come la forma prodotta dal sole, denominata vitamina D3.
Successivamente però hanno mostrato che il pane fatto con lievito ricco di vitamina D2 con cui hanno alimentato le cavie ha avuto effetti che sembravano altrettanto benefici, simili a quelli della vitamina D3, il che gli ha permesso di concludere che questa fonte alimentare potrebbe essere un ottimo sostituto nelle terapie contro la carenza di vitamina D. Solo dopo le sperimentazioni sugli esseri umani però si potrà decidere se mettere in commercio o no questo nuovo genere alimentare.
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[Fonte: Sciencedaily]