Secondo dati italiani presentati al 22° Congresso Nazionale della Società Italiana di Diabetologia (SID), il legame fra diabete e depressione è molto stretto. I risultati preliminari di una ricerca condotta presso l’Università di Torino su 249 pazienti con diabete di tipo 2 dimostrano che oltre il 20% ha chiari segni di depressione.
Il 12% ha sintomi lievi, il 2% moderati e un 8% assume antidepressivi. Le donne sono più a rischio, ma aumenta la probabilità di incorrere nel mal di vivere in età avanzata o se si è gli unici in famiglia a scoprirsi malati. E se non c’è depressione, spesso i pazienti (10%) convivono con ansia lieve o moderata. Sostiene Marina Trento, del Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Torino, responsabile dello studio.
“Depressione e ansia non dipendono però dalla gravità della patologia, sono correlate alla condizione stessa di malattia cronica. La diagnosi di diabete è uno shock per il paziente, tanto che il processo di accettazione è stato paragonato all’elaborazione di un lutto. Questa patologia è complessa e incide molto sulla qualità di vita, provocando sofferenze sia fisiche sia psicologiche. Occorrono circa 4 anni per modificare la qualità della vita e 5 per trovare un equilibrio a livello psicologico della malattia”
continua Trento
“La gestione del diabetico non può esaurirsi in colloqui sporadici con il medico: occorre garantir un supporto continuo aiutandolo ad adattarsi alla malattia, insegnandogli ad aver cura di sé, a capire come fare i controlli, a scegliere gli alimenti giusti. Così possiamo aiutarli a non perdere la bussola e a non cadere in depressione”.