Ictus ed infarto, due patologie tra le più diffuse e pericolose per l’uomo potrebbero essere prevenute dal consumo di un super succo di frutta composto dal mix di tredici frutti. C’è che lo ha già battezzato il succo di frutta ideale.
Si tratta del risultato di una sperimentazione messa in atto da un team di scienziati francesi e pubblicata sulla rivista della Royal Society of Chemistry Food and Function. Gusto e benessere riuniti in un’unica soluzione, per la gioia dei palati dei malati.
Frutta e verdura, si sa, fanno bene, ma che si arrivasse alla composizione di un succo di frutta specifico per la prevenzione dalle malattie cardiovascolari e cerebrali, decisamente in pochi se lo aspettavano. Questo mix chiama in campo la frutta più nota e consumata dalla persone, ma anche dei frutti poco conosciuti e davvero scarsamente utilizzati per l’alimentazione.
Tanto per citarne alcuni: l’acerola, il lingoberry e l’aronia melanocarpa. Non preoccupatevi, non li abbiamo inventati, esistono davvero. L’acerola ad esempio è nota per contenere a livello nutritivo 30 volte la vitamina c contenuta in un’arancia. L’aronia melanocarpa è una bacca tra il rosso ed il blu che ricorda molto il mirtillo e che secondo o nutrizionisti è il frutto tra i più salutari esistenti su questo pianeta.
Non mancano poi nel mix le mele, le fragole e le more, dal forte potere antiossidante e dal gradevole e conosciuto sapore. Ed a proposito di quest’ultimo, il super succo di frutta secondo i ricercatori dell’Università di Strasburgo è dotato di un sapore molto buono. La sua sperimentazione ha rivelato notevoli effetti positivi sull’organismo, sia nel corso della sperimentazione animale, sia nel corso di quella sull’uomo.
Per studiare le proprietà di questo mix miracoloso contro l’ictus e l’infarto, è stato preso in esame un campione di 80 volontari, E’ stato rilevato un aumento del flusso di sangue al cuore, accompagnato da un apporto sano ed equilibrato di nutrienti ed ossigeno. L’azione antiossidante della frutta ha neutralizzato i radicali liberi ed ha contribuito a combattere le molecole che possono danneggiare il dna e le cellule.
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Fonte: La Stampa