Era il lontano 1971 quando Richard Nixon lanciò la sua War on Drugs, la guerra alle droghe. Da quel giorno, ogni anno, si celebra la Giornata Mondiale contro la Droga, un avvenimento che serve per fare il punto sulla situazione in tutto il pianeta, capire e studiare le soluzioni che hanno dimostrato di funzionare e cercare di diffonderle per tentare di estirpare questo enorme cancro che si porta via milioni di vite ogni anno. La giornata dedicata quest’anno sarà il prossimo 26 giugno.
Purtroppo, dopo 40 anni, non si può dire che la lotta abbia portato a buoni risultati. La tecnica della forza ha scatenato una vera e propria guerra armata in cui, fino a questo momento, i vincitori sono i cartelli della droga e le organizzazioni criminali che continuano a fare enormi profitti sulla pelle della povera gente. Per questo le associazioni che si occupano da anni di lotta alla droga hanno deciso di cambiare strategia.
Non si capisce quale differenza ci sia tra il rendere disponibile una siringa sterile e il rendere disponibile un luogo pulito e sicuro dove utilizzarla. In entrambi i casi non si tratta di consenso sociale all’utilizzo di sostanze, ma di un intervento sanitario, che non produce un aumento di consumo di stupefacenti, bensì il contrario, oltre a un drastico calo delle overdose e delle infezioni da Hiv e epatiti
ha spiegato Alessandra Cerioli, presidente nazionale della Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids (LILA). Ed infatti la nuova tattica potrebbe essere quella non di usare la coercizione, ma di accompagnare il fenomeno verso una graduale regolarità. Come fare? Una soluzione potrebbe essere la collaudata “stanza per l’autoconsumo in sicurezza”, dei centri autorizzati e controllati dove le persone si recano per iniettarsi queste sostanze stupefacenti senza il rischio di contrarre le malattie che frequentemente si trasmettono, ad esempio con lo scambio di siringhe, prima fra tutti l’Aids.
Questa strategia, utilizzata già in alcuni Paesi come Australia, Svizzera, Germania e Canada, si è mostrata efficace, dato che i casi di contagio da Hiv sono diminuiti, e per questo la LILA chiede che anche in Italia, dove il consumo di droghe pesanti come l’eroina è tra i più alti al mondo, proceda con queste tecniche sperimentali. L’associazione chiede che gli strumenti necessari a questa lotta, come le siringhe sterili o i preservativi, vengano introdotti anche nei penitenziari, dove si registrano preoccupanti contagi anche per altre malattie come l’epatite C.
E’ venuto il momento di cambiare paradigma e di mettere al primo posto i diritti umani
conclude Cerioli.
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