Novità sul caso “tubercolosi” di Roma. Come ricorderete in seguito alla scoperta di una infermiera infetta da tbc nel reparto neonatale del Policlinico Agostino Gemelli nel corso di tutto lo scorso agosto la Regione Lazio ha richiamato tutti i neonati nati da gennaio a luglio del 2011 per sottoporli al test della tubercolosi, al fine di valutarne il contagio. Oltre un centinaio di bambini sono risultati positivi. Ed ora anche la madre di uno di essi.
Non si conosce in quale periodo il neonato in questione sia stato sottoposto ai test presso i nosocomi romani attivati in tal senso, ma si sa che la donna è risultata positiva qualche giorno dopo il figlio. Si tratta di una situazione emersa a causa della denuncia effettuata dalla donna presso la procura di Roma attraverso il legale Luca Petrucci. Azione che va ad unirsi all’esposto presentato sul caso dal Codacons.
La donna, nella sua azione legale, sottolinea che il figlio, nato a luglio presso la struttura romana, nel mese di agosto è stato richiamato per essere sottoposto al test per la tubercolosi. Che tale analisi è risultata positiva e che anche quelle effettuate su di lei hanno dato riscontro sul contagio, provando che anche lei sia venuta a contatto con il bacillo della tbc. Si tratta della prima denuncia di un privato giunta in Procura.
E se fino ad ora si vociferava solamente di iscrizioni nel registro degli indagati per epidemia colposa, le accuse potrebbero ben presto venire formulate. Sono ancora in corso dei controlli per verificare che sia stata l’infermiera affetta da tbc ad essere causa effettiva del contagio.
Ricordiamo che venire a contatto con il batterio della tubercolosi non significa essere malati. La patologia infatti, se il sistema immunitario della persona è abbastanza forte, può avere una incubazione lunga decenni. Onde evitare lo sviluppo della tubercolosi, i contagiati verranno sottoposti alla profilassi antibiotica prevista dai protocolli internazionali sulla malattia.
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Fonte: Corriere della Sera Roma