Donne, se siete preoccupate che il vostro uomo non possa essere un buon padre perché magari esagera con l’alcool o ha altre cattive abitudini, un recente studio può ora tranquillizzarvi. Secondo l’Università di Houston che ha seguito 200 ragazzi a rischio per questo studio per ben 19 anni, le cattive abitudini si riescono a superare grazie alla paternità.
La ricerca ha preso in considerazione alcuni ragazzi e uomini dai 12 ai 31 anni che avevano comportamenti negativi come guai con la legge, eccedevano con l’alcool, con il fumo o facevano uso di marijuana. Dopo 19 anni in cui questi volontari sono stati seguiti, i ricercatori hanno notato che un primo cambiamento positivo lo si registrava in seguito al matrimonio, ma è l’avere la responsabilità di un figlio che fa, letteralmente, mettere la testa a posto.
Queste riduzioni sono state maggiori della tendenza generale dei ragazzi di impegnarsi a ridurre questi tipi di comportamenti con l’avvicinarsi all’età adulta. Con il processo di invecchiamento, la paternità diventava un fattore indipendente nel predire la diminuzione delle attività criminali e dell’uso di alcool e tabacco
ha affermato David Kerr, docente assistente di psicologia alla Oregon State University e autore principale dello studio, pubblicato sul Journal of Marriage and Family. Il periodo della vita in cui si corregge meglio la rotta è tra i 20 e i 30 anni, mentre gli adolescenti che avevano un figlio continuavano, forse a causa dell’immaturità, ad avere atteggiamenti sbagliati. Secondo Kerr questo cambiamento nei comportamenti paterni avviene perché gli uomini si sentono quasi obbligati a smettere di fumare o bere per non nuocere al bambino, ma la più diretta conseguenza è che i primi a guadagnarne in salute sono proprio gli uomini stessi.
Questa ricerca suggerisce che la paternità può essere un’esperienza trasformativa, anche per gli uomini responsabili ma con comportamenti ad alto rischio. Si presenta una finestra di opportunità per l’intervento, perché i nuovi padri possono essere particolarmente disposti e pronti ad ascoltare un messaggio più positivo e apportare le modifiche comportamentali
ha concluso Kerr.
[Fonte: Sciencedaily]