Psichiatria ed assistenza sanitaria possono lavorare a braccetto a livelli molto alti di efficienza. Ma purtroppo quando si tratta di terapie, in questo campo, spesso e volentieri ci si deve fermare davanti all’impossibilità di verificare se effettivamente il paziente psichiatrico abbia o no ingerito la proprie medicine. La tecnologia ora potrebbe aiutare a monitorare l’assunzione della terapia.
Al congresso in materia recentemente tenutosi nella nostra Cagliari, il prof. John Kane dell’Albert Einstein College of Medicine di New York ha infatti presentato una pillola elettronica corredata da chip di nanodimensioni che segnala via web, al pari di un rilevator gps, se l’assunzione è realmente avvenuta. Non solo, è stato fatto il punto su un farmaco recentemente approvato dalla Agenzia del farmaco europea, dalla durata effettiva di un mese grazie alla presenza di nanocristalli nel paliperidone, il principio attivo, che allungano in maniera decisamente sostanziale i tempi di assorbimento. Il tutto mantenendo adeguata alla prescrizione la concentrazione del medicinale nel corpo del paziente.
La pillola dotata di chip da noi anticipatavi, non si tratta di una ipotesi, ma di una certezza già sperimentata in pazienti che avevano subito un trapianto. In quel caso l’assunzione della terapia antirigetto era essenziale, e vi era la necessità di verificarla. Parliamo di un vero e proprio gioiello della tecnologia prodotto in California. Il nanochip, ingerito con la pastiglia, una volta arrivato nello stomaco si attiva e non solo dà conto dell’effettiva ingestione del medicinale, ma contemporaneamente è in grado di inviare al computer dati relativi al battito cardiaco, alla temperatura ed ai liquidi corporei.
Il tutto avviene grazie ad una antenna stampata atossicamente con l’argento che invia il messaggio sul cellulare del paziente che può poi girarli al medico. Ovviamente a seconda del tipo di terapia e del paziente, il settaggio può essere rivolto direttamente al telefonino del medico.
Un ottimo metodo per verificare l’assunzione dei farmaci a prescindere dalla collaborazione del paziente.
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Fonte: Corriere della Sera