Volete aiutare un neonato ed un bambino a crescere bene? Leggetegli ad alta voce un libro. Diverse ricerche statunitensi lo hanno asserito ed un progetto italiano, direttamente ispirato alle stesse, ha dimostrato come una semplice azione quale è la lettura di una storia possa aiutare il bambino a sviluppare le proprie capacità con serenità ed in modo ottimale. Tutto ciò è “Leggere per crescere”.
Si tratta di una sperimentazione che che per 10 anni ha convolto nello specifico 14 regioni, 600mila famiglie, 11mila operatori, 71 ospedali. Uno dei traguardi che la lettura ad alta voce raggiunge è prima di tutto quello di unire emotivamente adulti e bambini portando ad uno “stringimento” dei rapporti tra le due generazione. Un fattore che applicato nella vita di tutti i giorni può arrivate a favorire lo sviluppo psicofisico del minore.
Nel corso degli anni il progetto si è man mano ampliato per essere di aiuto ai bambini affetti da disabilità intellettive, a quelli ricoverati nei nosocomi, ottenendo sensibili riduzioni dei problemi psicologici derivanti dallo stress e dall’isolamento tipici della degenza in ospedale, ed ancora è stato applicato per favorire l’integrazione dei bambini stranieri in Italia.
Leggere per crescere è stata ovviamente messa in atto tenendo conto delle diverse fasce di età dei bimbi, che sono stati divisi idealmente in due gruppi: quelli di quattro anni e quelli di 5-6 anni. Ed in base a questa divisione sono stati scelti libri differenti, in modo tale da dare ai bambini più piccoli storie che andassero bene per la loro età corredate da immagini e colori di un certo tipo ed a quelli più grandi storie più articolate in grado di stimolare la loro mente. Nel progetto, attraverso incontri specifici sono stati coinvolti anche i genitori. Un particolare molto gradito specialmente dalle donne straniere in Italia, che in questo modo si sono sentite integrate e coinvolte nell’educazione scolastica dei figli.
La lettura ad alta voce contribuisce in maniera ottimale allo sviluppo mentale dei bambini, prevenendo difficoltà di apprendimento. Gli esperti suggeriscono di iniziare addirittura alla scadenza dei primi sei mesi di vita del neonato.
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Fonte: Ansa