L’Alzheimer è una delle malattie neurologiche più invalidanti. Si tratta di una patologia in decisa ascesa rispetto al passato ed attaccando man mano le funzioni cerebrali rende le persone colpite spesso incapaci di vivere una vita normale sul lungo e breve periodo, portandoli a dover dipendere da qualcuno. Ora una ricerca suggerisce che una dieta ricca di particolari proteine ed omega 3 possa aiutare a prevenire o perlomeno ad rallentare la malattia.
Una notizia del genere apre nuove speranze di vita nei confronti di tutti i malati e delle persone ad esse legate. Soprattutto perché non si tratta di mettere in atto protocolli impossibili, ma semplicemente il seguire una alimentazione corretta che contenga al suo interno buone dosi di omega 3, acidi grassi essenziali per il corretto funzionamento del nostro organismo, e di vitamine.
La ricerca è stata condotta dal team di scienziati coordinati dal dott. Gene Bowman dell’Oregon Health and Science University di Portland (Usa), ed è stata pubblicata su Neurology , rivista di riferimento dell’American Academy of Neurology. Spiega il ricercatore:
Questi risultati devono essere confermati, ma ovviamente è molto eccitante pensare che le persone potrebbero fermare la contrazione dei loro cervelli, e tenerli vivi, regolando la loro dieta.
In cosa si traduce tutto questo? E’ molto semplice: al consumo di buone quantità di verdura e frutta fresca, e di pesce azzurro come le sardine, il salmone, lo sgombro. Tutte fonti naturali di ricche quantità di Omega 3. Questi acidi grassi sono stati riconosciuti come utili anche nella prevenzione delle malattie cardiache. Il fatto di poterle utilizzare anche come fonte di prevenzione dei confronti di forme di demenza diventa una caratteristica positiva aggiunta.
La combinazione di vitamina B, C, D ed E, insieme agli omega-3 ha permesso ai partecipanti allo studio di ottenere punteggi più alti nei test mentali, rispetto a coloro non seguivano una dieta con forti quantità di queste sostanze. Non solo: è stato possibile verificare una riduzione del rischio di incidenza dell’Alzheimer pari al 45%.
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Fonte: Neurology