Era chiaro che la notizia di cui vi abbiamo parlato stamane, che la nicotina potesse essere utile per i deficit di memoria destasse qualche perplessità. Una notizia scientifica può fare scalpore, ma va sempre letta fino alla fine per comprenderla. Non a caso si evidenziava nell’articolo che nel doppio test sull’attenzione e la memoria i fumatori sono stati 50 millisecondi più veloci dei non fumatori, ma anche 100 millisecondi più lenti nel programmare la risposta motoria! A volte però queste sfumature sfuggono e non si fa mai abbastanza per ricordare che “fumare” è un’altra cosa rispetto a testare sostanze come la nicotina. A mettere i puntini sulle “i”, il noto oncologo Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Tumori di Aviano, che spiega:
E’ nota da tempo l’azione favorevole della nicotina nei pazienti con deficit neurologici, come la perdita della memoria ed i sintomi tipici dell’Alzheimer o del Parkinson, anche grazie ad alcuni studi scientifici realizzati con cerotti transdermici o l’assunzione per bocca. Lo studio del CNR che afferma la capacità della nicotina di espandere la cosiddetta ‘memoria di lavoro’ o working memory, è una importante conferma”.
Ma attenzione a non confondere certi concetti fondamentali:
“Va ribadito infatti che la nicotina esiste anche e soprattutto con preparazioni attraverso la pelle (cerotti) o per bocca e non necessariamente attraverso il fumo. Pertanto se il fumo di tabacco avesse dei benefici sulla memoria grazie alla nicotina contenuta nell’inalazione, non vanno dimenticati i danni dovuti alle sostanze cancerogene che derivano dalla combustione del tabacco che comunque permangono inalterati e sono alla base di tumori e malattie cardiovascolari ben riconosciute. In altre parole, se la nicotina ha dei benefici, la si può utilizzare senza fumarla attraverso cerotti o compresse“.
Meglio ancora aspettare delle formulazioni adeguate e più ampliamente testate. Occorre sempre riflettere e leggere approfonditamente le notizie e non percepire e memorizzare solo quello che fa comodo al momento: questo accade anche con le notizie che riguardano i benefici effetti del vino, non ultima quella che sta circolando in queste ore che avrebbe individuato il vino rosso come agente protettivo nei confronti del tumore al seno! Attenzione amiche di Medicinalive, perché l’alcool in qualunque sua formulazione o colore è invece scientificamente riconosciuto come uno dei principali fattori di rischio del carcinoma mammario. Che in questi studi si utilizzi vino bianco o rosso per evidenziare la presenza e l’azione di polifenoli ed altre sostanze benefiche già presenti nell’uva deve far riflettere. Dunque sì, il vino rosso può avere questi effetti, ma ne ha di peggio collaterali, mentre l’uva va bene sempre!
Oggia abbiamo fatto un gran parlare di nicotina, cercando di capire anche se i cerotti per smettere di fumare effettivamente funzionino. Perdonateci, ma magari saranno contenti i non-fumatori, visto che oggi si celebra anche la “Giornata Nazionale per i Diritti dei Non Fumatori”. Qui, alcuni approfondimenti riguardo questa iniziativa.