Nelle farmacie del Regno Unito, sono in arrivo dei farmaci con all’interno un microchip commestibile, che avrà il compito di monitorare la salute dei pazienti, soprattutto di quelli soggetti a regimi terapeutici complessi, e in questo modo, permettere loro di seguire i consigli del medico.
Lloydspharmacy, infatti, una delle principali catene di farmacie britanniche, ha da poco firmato un accordo con la società californiana Proteus Biomedical per la commercializzazione di pillole che, grazie al microchip in esse contenuto, sono in grado di comunicare con un cerotto applicato sulla spalla del paziente. Il cuore di questa tecnologia, che è stata chiamata Helios, consiste, appunto, in un chip piccolo quanto un granello di sabbia, formato da un sottile strato di silicio che separa rame e magnesio, e che genera una corrente elettrica quando si trova in un ambiente acido come lo stomaco.
Tale cerotto, che riceve i segnali dal chip ingerito e li incrocia con altri dati relativi al sonno, temperatura e battito cardiaco, a sua volta manda le informazioni a cellulari e computer del malato o di chi si prende cura di lui o al medico curante.
La pillola con il microchip (che non crea alcuna interazione) potrà essere ingerita anche insieme ad altri medicinali, mentre il cerotto va cambiato 1 volta alla settimana. Questo innovativo sistema, si pone l’obiettivo di migliorare la terapia di quei malati cronici, che ad esempio, dimenticano di prendere i farmaci prescritti, dimenticanze che possono portare a complicanze sanitarie.
Come ha spiegato il portavoce di Proteus Biomedical, l’idea è di dare tranquillità a quei pazienti alle prese con complicati regimi terapeutici e metterli in contatto con la famiglia, gli amici e le persone che si prendono cura di loro. Il servizio, sarà offerto ai malati di diabete e a quelli con problemi cardiaci cronici, e sarà disponibile nelle farmacie inglesi a partire da settembre.
Tuttavia, Nick Pickles, direttore del gruppo Big Brother Watch, garante della privacy e delle libertà civili in UK, ha espresso la sua perplessità riguardo alla difficoltà, per le famiglie e i pazienti stessi, di avere il controllo sul totale dei dati raccolti e su quante persone possono avervi accesso.
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