Nei reparti di terapia intensiva neonatale è in arrivo un nuovo dispositivo messo a punto da Medela, azienda leader nella ricerca e produzione di dispositivi per l’allattamento, la neonatologia, l’aspirazione chirurgica in tutto il mondo. Si chiama Calesca ed è in grado di riscaldare e scongelare il latte materno. La modalità lenta e delicata garantisce l’integrità del latte, preservandone i nutrienti essenziali e le vitamine importanti per la crescita e lo sviluppo del neonato.
Le 2 modalità previste da questo dispositivo, infatti, permettono una maggiore flessibilità nella gestione del latte materno. Il riscaldamento avviene in modo delicato, fino a raggiungere la temperatura ideale di 34°C che viene mantenuta per 30 minuti dal termine del ciclo. Lo scongelamento veloce, invece, consente di utilizzare il latte ogni volta che è necessario. I segnali visivi e acustici indicano in modo chiaro quando il ciclo di riscaldamento o di scongelamento è completo.
Nelle unità di terapia intensiva neonatale l’igiene e la sicurezza sono fondamentali, per questo la tecnologia alla base di Calesca è altamente sicura. Il sistema a secco (tramite la circolazione di aria calda) elimina i problemi di controllo delle infezioni associate al riscaldamento degli alimenti in acqua. Inoltre, grazie agli inserti usa e getta, il latte non entra in contatto con la cavità dello strumento, consentendo di evitare la contaminazione incrociata e facilitando la pulizia del dispositivo.
Come ha spiegato Daniele Natali, Managing Director di Medela Italia:
Calesca è il primo dispositivo specifico per la gestione del latte materno in grado di offrire grandi vantaggi nell’ambito delle terapie intensive neonatali, soprattutto se si fa riferimento alle questioni relative al controllo delle infezioni. Inoltre, risponde all’esigenza di ricorrere a cure individualizzate, trend che si sta diffondendo ormai nelle TIN di tutta Europa.
Anche se può sembrare strano, infatti, la prima terapia fornita nelle TIN è proprio l’alimentazione. I neonati prematuri infatti non sono in grado di alimentarsi come i bambini nati a termine e perciò il primo sostegno da offrire loro è proprio quello di nutrirli in maniera adeguata.
Fonte e Photo Credit|Medela