James Holmes, il ventiquattrenne che ha aperto il fuoco in un cinema di Aurora in Colorado, uccidendo dodici persone e ferendone cinquantanove, sembrava una persona normale. Sicuramente molto timida, spesso solitaria. Ma essenzialmente invisibile al mondo. Con il passare delle ore si scoprono sempre più particolari sulla premeditazione di quella ormai chiamata la “strage di Denver”. Ed una domanda si affaccia: James Holmes era uno psicotico?
Una domanda necessaria da porsi, insieme a quella relativa alla possibilità che i genitori sapessero di avere un figlio potenzialmente malato. Contattata, la madre ha semplicemente detto: “Avete l’uomo giusto”. James aveva già mostrato segni di squilibrio? I particolari che emergono sul ragazzo sono ancora pochi. Quel che è certo è che con la sparatoria, è arrivato al massimo apice di quello che potremmo definire un burnout, il crollo.
Non risultano segnalazioni di malattie mentali a carico del giovane, e sebbene fosse considerato da molti eccessivamente timido e solitario, la sua carriera scolastica priva di ostacoli non aveva dato modo a nessuno di pensare che potesse esserci qualcosa di sbagliato in lui. La strage nel cinema, in concomitanza con la prima nel nuovo film di Batman, era stata pianificata in ogni particolare dal ragazzo. Nella sua abitazione sono stati trovati così tanti ordigni esplosivi che per sminare l’intera area ci vorranno giorni e la zona è stata evacuata. C’è chi si chiede se tutto questo rappresenti un mezzo per ricercare la fama.
Il cinema era un luogo ben conosciuto dal ragazzo, si muoveva con facilità, seminando morte sistematicamente. Sebbene, con il senno del poi e le dovute analisi, questi killer di massa vengano associati a psicosi ed a danni cerebrali specifici derivanti da colpi al lobo frontale o al sistema limbico che controllano la violenza, in questo caso psichiatri e psicologi sono concordi che prima di effettuare una possibile diagnosi di schizofrenia bisognerà avere modo di studiare il giovane ed i suoi comportamenti.
Secondo gli esperti potrebbe trattarsi anche di un caso di alienazione mentale: il ragazzo si sarebbe costruito una realtà alternativa più vicina ai suoi standard e la sparatoria avrebbe dovuto unire le due “realtà” in una più vicina al suo modo di intenderla e concepirla ossessivamente.
Fonte| ABC
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