La necessità di trovare un antidolorifico efficace ma privo di rischi è uno dei punti fermi della ricerca scientifica, impegnata nella lotta a patologie come il cancro ed il dolore cronico. Ora la novità consiste nell’affidarsi al veleno di un serpente. Non vi stiamo prendendo in giro parlandovi di una formula magica da strega ma dei risultati di uno studio scientifico pubblicato di recente sulla rivista di settore Nature. Il rettile scelto? Il mamba nero (Dendroaspis polylepis).
Lo studio, condotto da Sylvie Diochot, dell’Istituto di farmacologia molecolare e cellulare del Centro nazionale della ricerca scientifica francese a Valbonne si è basato sull’isolamento di un composto antidolorifico estratto dal veleno di questo serpente, uno dei più rapidi e velenosi esistenti con base in Africa. Provato su modello animale, il ritrovato, iniettato nei topi ha dimostrato di essere in grado di produrre sollievo dal dolore, agendo come la morfina ma senza tutti gli effetti collaterali che l’uso di questo farmaco può addurre.
A livello medico questa particolare funzione del mambalgins (questo il nome scelto per il composto, N.d.R.)è correlata all’inibizione di precisi canali ionici, quella parte del nostro organismo adibita a gestire la sensazione del dolore. E’ come se venissero aperti nuovi percorsi neuronali, rendendo possibile la non percezione del dolore. Commenta la coordinatrice della ricerca:
E’ essenziale comprendere meglio il dolore per sviluppare nuovi analgesici. Queste molecole estratte dal mamba nero possono potenzialmente affrontare entrambi questi obiettivi, fornendo nuove e promettenti possibilità di interventi terapeutici contro il dolore, essendo loro stessi potenti analgesici naturali.
Nel corso dello studio i ricercatori hanno dimostrato che come le tossine di veleno di serpente sono in grado di aprire i canali ionici che regolano la sensibilità al dolore, alcune molecole dei peptidi contenuti nello stesso sono in grado di lavorare sul fronte opposto. Il grande passo effettuato dagli scienziati è stato quello di riuscire ad isolarli ed applicarli. Sicuramente servirà del tempo prima di passare alla sperimentazione umana: non di meno è stata aperta un’importante strada verso la creazione di nuovi analgesici privi di effetti collaterali.
Fonte | Nature
Photo credit | Thinkstock