Secondo un nuovo studio scientifico, i farmaci omotossicologici sarebbero in grado di stimolare le cellule natural killer, impegnate in prima linea nella lotta contro i tumori. La ricerca, condotta sia in vitro che in vivo, ha esaminato gli effetti di 5 preparati omotossicologici e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cell Biochemistry and Function.
La parte degli studi in vitro è stata eseguita sul sangue di 12 volontari sani, sia uomini che donne, con età media di circa 44 anni, mentre gli studi in vivo sono stati condotti su un campione di 15 pazienti – di cui 6 uomini e 9 donne – con un età media di circa 55 anni, affetti da diversi tipi tumori in stadio avanzato. I due gruppi sono stati trattati con i farmaci omotossicologici (Coenzyme Compositum, Ubichinon Compositum, Glyoxal Compositum, Katalysatoren e Traumeel) per un periodo di tempo di 3 mesi e durante questo lasso di tempo non è stato somministrato alcun altro farmaco.
L’omotossicologia, nell’ambito della medicina complementare, riveste un ruolo di primaria importanza. Questa metodica, infatti, nata intorno agli anni Trenta per opera del medico tedesco Hans Heinrich Reckeweg, utilizza sia le acquisizione della medicina omeopatica, sia quelle dalla medicina convenzionale allopatica. La terapia tende a stimolare i meccanismi di guarigione propri dell’organismo, incrementando la risposta immunitaria specifica di ciascun soggetto.
Questo studio è il primo in assoluto sugli effetti dell’omotossicologia su pazienti con tumori in fase avanzata, ed è anche il primo ad aver dimostrato che i farmaci omotossicologici complessi possono essere impiegati come trattamento di supporto alle terapie tradizionali. Come ha sottolineato anche il prof. Paolo Roberti di Sarsina, Medico ed esperto in Medicine Non Convenzionali del Consiglio Superiore di Sanità:
E’ emerso che i 5 medicinali omotossicologici hanno incrementato la capacità citotossica delle cellule NK, permettendo quindi un’azione più efficace nel contrasto della diffusione della patologia tumorale. Questa, è certamente una novità d’interesse per il mondo medico e scientifico.
Via| A.I.O.T. – Associazione Medica Italiana di Omotossicologia; Photo Credit| Thinkstock