Nulla cambia nella Terra dei Fuochi, ovvero in quell’area della Campania che va dal Nord di Napoli fino a tutta la provincia di Caserta: si muore di tumore ogni giorno sempre di più, aumentano l‘asma e le allergie respiratorie, le malattie della tiroide, le malformazioni fetali, gli aborti spontanei. Un dato agghiacciante, raccolto in un video dal giornalista di Avvenire Pino Ciociola, durante una serie di interviste proprio sui roghi tossici di questa terra avvelenata: una gravidanza su 7 si conclude con un aborto spontaneo.
Ecco il video:
Il Dottor Nunzio Pacilio, ginecologo della Asl di Napoli Nord ha chiaramente illustrato la situazione che sfocia in un ulteriore paradosso: alle donne incinte viene suggerito di cambiare alimentazione, evitare la mozzarella di bufala (perché come già documentato in passato, i terreni da pascolo di questi e di tanti altri animali del territorio sono contaminati) ed anche la frutta e la verdura locale. Stiamo parlando di un luogo a prevalente attività agricola.
Sia chiaro, i rifiuti tossici di cui parliamo non riguardano l’immondizia domestica, ma sversamenti che nel tempo sono stati effettuati (da almeno 20 anni, nel silenzio di chi avrebbe dovuto tutelare e vigilare) con sostanze pericolose provenienti dal Nord d’Italia, e che oggi proseguono con l’aggunta dell’eliminazione abusiva di scarti di fabbriche del territorio sconosciute al fisco. La criminalità organizzata lavora nel totale disinteresse delle istituzioni pubbliche. Ma i cittadini ora rivogliono la loro salute.
Sono stanchi di veder morire i propri figli (altissima la percentuale di tumori infantili): qui la più alta mortalità per cancro. Ed il tam tam corre sul web affinché qualche politico si desti, benché anche l’istituzione di un Registro Tumori in Campania sia stata bocciata sul nascere. In risposta sono nati “registri spontanei” come la pagina di Facebook “vittime del triangolo della morte“, dove in poco tempo sono stati raccolti più di 2000 profili di persone decedute a seguito di una neoplasia nella terra dei fuochi.
Don Maurizio Patriciello, prete anti camorra che dalla parrocchia di Caivano (nel cuore di tali terre avvelenate) da anni si sta battendo contro queste morti assurde, ha chiesto di inviare anche a lui foto e cartelle cliniche di chi si è ammalato respirando, mangiando, bevendo ciò che questo territorio offre. Non più frutta e verdura, ma veleni: metalli pesanti (come in un campo di broccoli posto sotto sequestro il mese scorso), il toluene, sostanza nociva altamente infiammabile in grado di provocare danni ai nervi, ai reni e al fegato (inalarlo può sviluppare sintomi di stanchezza, nausea, confusione, disturbi del movimento e svenimento), di cui è stato trovato carico un campo di zucchine nelle scorse ore, ma anche diossina e amianto. Tutto questo e molto più è ormai finito nella catena alimentare. E’ chiaro che in 5 anni, dal 2008, si è passati ad un aumento di cancro del 300% in questa zona. I cittadini lo sanno. Le istituzioni ancora non hanno trovato un nesso certo tra le due cose. Chissà quando inizieranno a cercarlo.
Anch’io abito nella terra dei roghi tossici (così nota perché tutto viene bruciato e quindi immesso nell’aria, per cancellare le prove dell’illegalità). Noi vittime del triangolo della morte non abbasseremo la guardia. Non possiamo, le nostre vittime ce lo ricordano quotidianamente, come in una guerra. Ed un grazie speciale va a chi, come Pino Ciociola, pur non vivendo qui, comprende e sostiene la salute di oltre due milioni di persone: gli abitanti di questa zona.