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Allergie alimentari, ristoranti obbligati ad indicare gli allergeni nei menù

I principali alimenti che causano allergie ed intolleranze dovranno essere indicati nei menù dei ristoranti. Un decalogo degli allergeni o un bugiardino delle allergie se vogliamo chiamarlo così, che ogni ristoratore dovrà presentare a causa di una legge comunitaria che entrerà in vigore il prossimo 13 dicembre.

A livello pratico nessun ingrediente potrà rimanere segreto: ogni cibo dovrà presentare una lista esauriente ed esaustiva di tutti i suoi componenti proprio come accade con i farmaci. Chi soffre di celiachia, o di intolleranza al lattosio, ma anche semplicemente le persone che presentano allergie nei confronti di arachidi o qualsiasi altro elemento saranno in questo modo tutelate da possibili reazioni avverse. Il regolamento comunitario entrerà in vigore contemporaneamente in tutti i paesi dell’Unione Europea e nel nostro paese preserverà da problemi almeno due milioni e mezzo di persone.

Un esempio degli allergeni più comuni spesso non indicati: farine e componenti contenenti glutine, lattosio, sedano, uova, crostacei, soia, pesce, senape e molluschi. Insomma una decisione che punta alla trasparenza ed al mantenimento della salute dei cittadini. I ristoratori però, non sono d’accordo. Secondo la categoria infatti in questo modo verrebbe fermato l’estro creativo tipico della cucina italiana e si obbligherebbero le persone a cambiare etichette con il nome degli alimenti in pratica ogni giorno. Vi sarebbe però una soluzione, già adottata da diversi paesi dell’Eurozona: quella di richiedere ufficialmente di poter elencare i possibili allergeni dei prodotti non confezionati direttamente a voce al cliente. In questo modo si aiuterebbe nella «transizione» della comunicazione anche quei luoghi come bar e trattorie che fanno spesa al mercato e che non sempre hanno fornitori di alimenti industrializzati.

E’ interesse stesso del ristoratore fare in modo tale che il proprio cliente non stia male e non rischi shock anafilattico o effetti collaterali derivati dall’ingestione del cibo. Quindi se l’idea di un decalogo, un bugiardino dei piatti in tal senso è una decisione utile e ben ponderata, dall’altra dare la possibilità all’altra parte di poter gestire adeguatamente la comunicazione degli stessi è altrettanto necessaria.

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