E’ giusto creare nuove forme di vita per combattere le malattie? E’ una domanda lecita da farsi quando si scopre che grazie ai risultati di una ricerca sul batterio dell’Escherichia Coli, vi sono degli scienziati che intendono creare attraverso “nuove basi di DNA” delle nuove creature per sfruttarle a vantaggio della medicina.
Dove sono i limiti della bioetica in questo caso? Sono stati dimenticati? Il progresso della medicina non viene messo in discussione quanto, a parere di chi vi scrive, le modalità scelte. Ma andiamo con ordine. Tutto inizia con la ricerca condotta da Floyd Romesberg, di stanza presso lo Scripps Research Institute di La Jolla, in California, il quale è riuscito a inserire nel DNA dell’Escherichia coli, due nuove basi artificiali create sinteticamente, chiamate X e Y. Come voi sapete il codice genetico degli esseri viventi è composto da 4 basi: TGCA ovvero timidina, guanina, citosina ed adenina.
Questo batterio geneticamente modificato, a sei basi ora, non è più in grado di produrre solo venti aminoacidi, ma ben 172 portando la capacità di sintetizzare proteine a livelli che non erano mai stati considerati prima. Con risultati che ovviamente non si possono ancora conoscere. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista di settore Nature.
Ma ci siamo fermati a pensare un attimo a cosa significa tutto ciò? Gli scienziati hanno in pratica in mano un organismo vivente come mai se ne sono visti sulla faccia della terra. Siamo in grado di controllarlo? Cosa potrebbe succedere se avvenisse una contaminazione da questo tipo di batterio? Nessun allarmismo, ma sono domande che bisogna porsi. Perché la ricerca medica senza dubbio ha il sacrosanto diritto di andare avanti e perfezionarsi. Ma si può giocare con il DNA come fossero mattoncini del lego, addirittura creandone le basi di sana pianta?
Siamo sinceramente perplessi e ci chiediamo: è giusto che un tale studio possa aver passato l’esame di una commissione bioetica? Stiamo forse esagerando nel preoccuparci delle possibili ripercussioni se qualcosa dovesse andare storto? E’ davvero giusto creare nuove vite per combattere le malattie?
Fonte | Nature
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