Non aveva speranze di sopravvivere. Con questa giustificazione, la neonatologa Nadia Battajon, dell’ospedale Cà Foncello di Treviso, ammette di aver staccato la spina a un neonato del peso inferiore a un chilo, affetto da gravi malformazioni che gli avrebbero impedito di farcela.
La decisione, sofferta, è stata presa con il consenso dei genitori, per umanizzare una fine certa e non provocare al bambino inutili sofferenze, soppesate, in casi così estremi e senza via d’uscita se non la morte, come accanimento terapeutico. In più di un’occasione i medici si trovano davanti a scelte così terribili e nella maggioranza dei casi si sceglie di interrompere vane cure. Come da prassi, sul caso la procura ha aperto un’inchiesta.