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Il testamento “bio-illogico” passa al senato con un non-sense

Il Governo va avanti sulla sua strada sul testamento biologico a colpi di maggioranza. Una maggioranza che su un tema così caldo diventa sempre più risicata (si è passato dagli oltre 100 voti di vantaggio ad una ventina circa), ma è talmente sicura della sua forza che delle volte si fa degli autogol incredibili.

E’ il caso dell’ultimo evento di ieri al Senato, quando il centrodestra si vantava di aver fatto passare il testo sul testamento biologico inserendo la norma sulla presa di coscienza dei medici. In particolare la legge adesso prevede che, qualunque fosse la volontà del paziente, il medico curante abbia la libertà di scegliere secondo la sua coscienza su cosa sia più opportuno fare in quel determinato caso. Una scelta che avrebbe fatto comodo al Governo se ci fosse stata la possibilità per il malato di chiedere di morire. Ma come vedremo, non è così.

Nella legge che ora passerà al vaglio della Camera, era prevista la possibilità per un maggiorenne in grado di intendere e di volere di presentare ad un notaio il proprio testamento biologico, cioè le sue volontà su cosa fare nel caso in cui si dovesse venire a trovare in uno stato di incoscienza ed in cui non ci fossero più possibilità di farlo tornare ad una vita normale.

Qualunque fosse la volontà del richiedente, sia che chiedesse di farsi staccare il famoso “sondino”, sia che richieda l’accanimento terapeutico, il medico sarà costretto a farlo vivere a tutti i costi. L’articolo 7 al comma 2 della nuova legge recita in questo modo:

Il medico non può prendere in considerazione indicazioni orientate a cagionare la morte del paziente o comunque in contrasto con le norme giuridiche o la deontologia medica. Le indicazioni sono valutate dal medico, sentito il fiduciario, in scienza e coscienza, in applicazione del principio dell’inviolabilità della vita umana e della tutela della salute, secondo i princìpi di precauzione, proporzionalità e prudenza.

Tradotto in parole povere, un medico non può causare la morte di un paziente perché altrimenti andrebbe contro la legge. E allora perché si pone tanto l’accento sulla scelta morale del medico stesso? Se veramente lui fosse in grado di dissentire dalla legge, potrebbe soltanto andare contro di essa e staccare il sondino. Se però lo facesse, commetterebbe un reato, e quindi non lo potrebbe fare. Insomma, il vero motivo è che, ancora una volta, i media italiani si allineano verso qualcosa che distolga l’attenzione della massa dal problema vero: lo Stato diventa proprietario della vita umana e potrà decidere della nostra sorte. Anche contro la nostra volontà.