L’incremento dell’obesità degli ultimi decenni forse è dovuto alla diminuzione dell’utilizzo delle gomme da masticare. E’ una delle probabili ipotesi che sorgono a seguito di una ricerca effettuata all’Università del Rhode Island, in cui si sostiene che masticare un chewing-gum possa ridurre l’apporto calorico del cibo ed aumentare il consumo energetico di una persona.
A sostenerlo è Kathleen Melanson, la quale afferma che tenendo in bocca per qualche ora una gomma da masticare, essa rilascia un sapore dolciastro che fa diminuire l’appetito. In pratica essa ci farebbe sentire sazi, tanto da ridurre l’introito di cibo al momento del pranzo o della cena, senza però farci rimanere il languorino allo stomaco. Inoltre il movimento continuo della bocca equivale ad uno sforzo fisico notevole, di cui noi non ci accorgiamo, aiutandoci a bruciare il 5% di energia.
Secondo i calcoli della dottoressa Melanson, arriverebbero fino a 68 al giorno le calorie che non introdurremmo nel nostro corpo masticando chewing-gum, ed inoltre il suo sapore diminuirebbe anche la voglia di ricorrere a qualche snack dolce, lasciando invariato invece il desiderio del salato. Il calcolo che la ricercatrice effettua prevede che con un’ora di masticazione e ridotto apporto calorico, nel nostro corpo ci sarebbe una diminuzione di 62 calorie, che può sembrare poco, ma
Nel lungo periodo anche questo è utile: piccole modifiche dell’introito calorico possono avere un impatto considerevole sul peso, alla lunga
spiega Carla Favaro, docente di scienze della nutrizione all’Università Milano Bicocca, intervistata dal Corriere della Sera. Gli studi su questa possibilità di gomma-dietetica non sono di certo finiti qui. Gli interrogativi che rimangono aperti sono molteplici, e vanno dalla possibilità che tali benefici avvengano solo in alcune persone e non in altre, alla possibilità che, la ricercatrice si è dimentica di prendere in considerazione, ne risentano i nostri denti, visto che ricerche precedenti hanno dimostrato che masticare una gomma per lungo tempo può far male alla struttura dentaria. Ma dopotutto, se consideriamo che parte della ricerca è stata finanziata da una nota marca di chewing-gum, si capisce perché tale rischio non sia stato preso in considerazione.
[Fonte: Corriere della Sera]