La scuola è iniziata ormai da qualche giorno in tutta Italia e tale evenienza impone di fare il punto sui supporti dati dal sistema scolastico e dal sistema sanitario nazionale a tutti quei bambini e ragazzi che si trovano ad essere tornati sui banchi di scuola che soffrono di dislessia. Questa patologia, molto variegata e con diverse manifestazioni rende difficile la concentrazione di chi ne è affetto rendendo il loro apprendimento in qualche modo lacunoso.
Le espressioni di questa malattia variano da persona a persona: al fine di dare a tutti il giusto diritto allo studio garantendone un approccio corretto, alcuni strumenti didattici sono messi a disposizione degli alunni per aiutarli nel loro percorso. Tra di essi troviamo dei registratori per incidere le parole dell’insegnante senza dover prendere appunti, tablet o computer dotati di correttore automatico, calcolatori.
Insieme alla dislessia infatti, si tenta di garantire un giusto adeguamento delle persone affette anche disgrafia e discalculia: insomma, tutte i dsa, i disturbi specifici dell’apprendimento. In alcuni casi, a seconda della gravità, i bambini ed i giovani affetti dalle patologie sopraindicate potranno essere esonerati da alcune prove, come quelle relative alle lingue straniere, che verranno sostituite da altre equivalenti attraverso l’uso del pc, ad esempio.
Quelli che fino allo scorso anno erano suggerimenti derivanti da circolari ministeriali, ora sono legge. Supporti validi anche a livello universitario, dove l’esame scritto potrà essere sostituito da quello orale e dove il computer con sintesi vocale e correttore ortografico potranno essere utilizzati. Non solo: agli alunni potrà essere concesso fino al 30% di tempo in più supplementare per gli esami da sostenere.
Contemporaneamente, grazie alle linee guida sancite dalla legge lo scorso Luglio, si provvederà alla specifica formazione dei docenti, in modo tale da rendere l’intervento su questi disturbi più capillare, aiutando l’alunno a superare i propri problemi. Al fine di una diagnosi precoce, in caso di sospetto di disturbo dell’apprendimento, sempre secondo le nuove norme le scuole dovranno sollecitare i genitori ad un ricorso specialistico in merito.
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Fonte: Corriere della Sera