Sentire l’odore di un buon cibo cosa può significare? La risposta è molto più di quanto si pensa. Gli odori specifici che rappresentano gli alimenti o indicano pericolo sono in grado di modificare la durata della vita di un animale e il profilo fisiologico attivando un piccolo numero di neuroni sensoriali altamente specializzati, come spiegano i ricercatori dell’Università del Michigan, di Houston, e del Baylor College of Medicine nel loro articolo pubblicato su PLoS Biology.
Recenti ricerche effettuate sugli organismi modello e negli esseri umani hanno dimostrato che le esperienze sensoriali possono avere un impatto su un’ampia gamma di caratteristiche relative alla salute, comprese le prestazioni atletiche, diabete di tipo II, e l’invecchiamento. Ma non è detto che il fiuto possa allungare necessariamente la vita. I vermi nematodi e i moscerini della frutta che sono stati “derubati” della loro capacità di gusto e olfatto, per esempio, hanno vissuto sostanzialmente più a lungo. Tuttavia, gli odori specifici e i recettori sensoriali che controllano questo effetto sull’invecchiamento erano sconosciuti.
Utilizzando la genetica molecolare, in combinazione con manipolazioni comportamentali e ambientali, una collaborazione tra i laboratori di Scott Pletcher e Gregg Roman è riuscita ad identificare l’anidride carbonica (CO2) come il primo odore ben definito, in grado di modificare la fisiologia e gli effetti dell’invecchiamento. Le mosche incapaci di annusare la CO2 vivono più a lungo delle mosche con le normali capacità olfattive. Esse sono inoltre resistenti allo stress e hanno un aumentato grasso corporeo. Per molti insetti, compresi i moscerini della frutta, la CO2 rappresenta un’odore ecologicamente importante che indica la presenza di cibo (ad esempio frutta marcia o il sangue animale) o i vicini in difficoltà (è considerata come un feromone dello stress). Infatti, questo gruppo di ricercatori ha dimostrato in precedenza che il semplice rilevamento di una fonte di cibo normale è in grado di invertire i benefici sulla salute e la longevità che sono associati ad una dieta a basso contenuto calorico. Ora stabiliscono che la CO2 è responsabile di questo effetto.
Stiamo lavorando duramente per capire come la percezione sensoriale influenza la salute e il nostro nuovo risultato restringe molto il campo di gioco. In qualche modo questi circa 50 neuroni, il cui primo compito è quello di individuare la CO2, sono in grado di istigare le modifiche che accelerano l’invecchiamento di tutto l’organismo
dice Scott Pletcher. La percezione sensoriale è stato dimostrato possa avere impatto sull’invecchiamento delle specie che sono separate da milioni di anni di evoluzione, il che suggerisce che simili effetti possono essere osservati anche nell’uomo.
Per noi, può non essere l’odore della fermentazione, per esempio, o il rilevamento della CO2 che modifica quanto tempo viviamo, ma può essere la percezione del cibo o del pericolo
conclude il ricercatore. Se così fosse, un programma di controllo sull’esperienza percettiva potrebbe costituire la base di un programma semplice ma potente di prevenzione delle malattie e per permettere un invecchiamento sano.
[Fonte: Sciencedaily]