La legionella? Si può prendere anche dal dentista. Il rischio è ben noto da tempo, ma per la prima volta nella letteratura scientifica internazionale è stato documentato un caso di legionellosi contratto in uno studio odontoiatrico, o meglio attraverso l’acqua del circuito della poltrona, quella che viene spruzzata ad esempio durante l’utilizzo del temuto trapano. Il tutto è stato pubblicato oggi sulla rivista The Lancet ad opera di un gruppo di studiosi italiani, guidati dalla dottoressa Maria Luisa Ricci del dipartimento per le malattie infettive, parassitarie ed immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Il caso documentato è infatti avvenuto in Italia, poco più di un anno fa (9 Febbraio del 2011) quando una signora di 82 anni è stata ricoverata presso l’Ospedale GB Morgagni Pierantoni di Forlì in con febbre ed imponenti difficoltà respiratorie. Nonostante l’età la donna era vigile e reattiva, priva di altre condizioni patologiche di base. Una radiografia al torace e l’antigene rilevato nelle urine hanno portato subito ad una diagnosi di legionellosi, dovuta al batterio Legionella pneumophila. Subito è iniziata la terapia antibiotica di routine, ma la signora non ce l’ha fatta, è deceduta dopo 48 ore. Il caso è particolare e documentabile perché la malattia del legionario ha un’incubazione che va dai 2 ai 10 giorni ed in questo periodo l’anziana donna non era mai uscita di casa se non per andare dal dentista. Spiega la dottoressa Ricci:
“L.pneumophila è un batterio Gram-negativo presente in ambienti naturali di acqua dolce, come pure negli impianti idrici (aria condizionata, docce, vasche idromassaggio, terme e fontane) mentre non è mai stato dimostrato il contagio diretto tra esseri umani. Si trasmette per inalazione o per microaspirazione di acqua aerosolizzata e colpisce essenzialmente persone anziane e/o immunodepresse. Questo batterio provoca una grave polmonite conosciuta appunto come la malattia del legionario (o legionellosi). Si può presentare anche come una forma simil influenzale: la febbre di Pontiac”.
Da qui le ricerche del batterio nel sistema idrico della casa della signora, risultato a posto, ed in quello del dentista, da cui si è avuta la conferma definitiva. Questo aspetto però non deve mettere in allarme, piuttosto va visto come spunto per una maggiore attenzione nei controlli dei sistemi idrici negli studi odontoiatrici. Spiega ancora la studiosa:
“Una significativa contaminazione nelle unità dentistiche è stata già ampiamente documentata, come pure è stata osservata un’alta prevalenza di anticorpi contro L pneumophila nel sangue di dentisti e in generale dello staff che si occupa di pratiche dentali, considerato perciò ad alto rischio. Questo è però il primo caso in cui si dimostra l’origine dell’infezione nell’acqua del circuito della poltrona odontoiatrica”.
In Inghilterra esistono già da tempo delle linee guida per la prevenzione della legionella in questo senso che illustrano cosa fare, ad esempio utilizzando acqua sterile anziché quella del rubinetto e mettere dei filtri sui trapani (tanto per citare due suggerimenti). A breve saranno pubblicate anche da parte del nostro Ministero della Salute delle nuove “Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi“.
Fonte ISS
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