Spiega Ettore Bergamini, geriatra e direttore del Centro di biologia e patologia dell’invecchiamento:
“A partire dai trent’anni il nostro organismo vaincontro ad una progressiva riduzione delle sue funzioni”
Tutti gli organi e tutti gli apparati del corpo diminuiscono la capacità di adattarsi all’ambiente e alle condizioni esterne che via via possono presentarsi. Chiarisce Bergamini
“Un esempio su tutti è la minore resistenza degli anziani alle ondate di calore estive, che ogni anno mietono vittime sopratutto tra chi è meno giovane”
Sul perchè ciò accade, per anni la comunità scientifica si è divisa e ha prodotto numerose ipotesi.
«Oggi però sappiamo con certezza che il processo di invecchiamento è legato alla stratificazione progressiva di danni a livello cellulare provocati dall’accumulo, dentro le stesse cellule, di sostanze cosiddette inquinanti»
puntualizza l’esperto. Dall’esterno ingeriamo, soprattutto con l’alimentazione, sostanze che non vengono subito utilizzate dall’organismo. Le mettiamo da parte per i tempi duri. D’altra parte, l’uomo è il frutto di migliaia di anni di evoluzione. E fino a non tantissimi decenni fa il problema della sopravvivenza era essenzialmente legato alla disponibilità di cibo.
«Siamo una macchina selezionata per accumulare sostanze utili nei periodi di “vacche grasse”, così da sopravvivere anche nei momenti di crisi»
Se però non c’è carestia, le cellule conservano proteine e organuli troppo a lungo.
«E con il passare del tempo mitocondri e perossisorni si deteriorano, producendo quantità crescenti di radicali liberi dannosi per le stesse cellule»
commenta il geriatra. Da qui, il progressivo accumularsi di cellule danneggiate e la conseguente perdita delle funzioni a cui sono preposte.