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L’uomo è capace di orientarsi al buio come un pipistrello

L’uomo-pipistrello non è soltanto una creazione cinematografica. Certo, paragonarci tutti a Batman è un po’ troppo, ma restando sulla peculiarità di questi mammiferi, la capacità di orientarsi al buio, allora le differenze con l’uomo diventano meno evidenti.

Partendo dalle capacità delle persone non vedenti di orientarsi per strada come quelle normodotate, alcuni ricercatori spagnoli dell’Università di Acalà, Madrid, hanno tentato di capire come fosse possibile che alcuni mammiferi si potessero orientare al buio e l’uomo no, e soprattutto cercavano di capire se per imparare a farlo bisognava diventare per forza ciechi.

E così l’esperimento. Alcuni studenti si sono offerti volontari per fare da “cavie” per imparare ad orientarsi bendati. In particolare, non dovevano rimanere senza vedere per tutto il giorno, ma bastavano due ore al giorno per un paio di settimane per riuscire ad evitare gli ostacoli che si trovavano davanti, mentre con ulteriori due settimane di allenamento, gli studenti riuscivano a riconoscere i marciapiedi e gli alberi.

Questo è possibile, spiega Juan Antonio Martinez, il ricercatore a capo dell’esperimento, perché l’uomo è dotato di una sorta di radar per l’ecolocalizzazione, cioè un sistema che ci fa intuire, tramite ritorno sonoro, cosa c’è intorno a noi. Un po’ come accade nei pipistrelli o nei delfini, i quali inviano continuamente dei segnali sonori e, interpretandone il ritorno, si spostano tranquillamente anche in assenza di luce.

Alcuni non vedenti sono stati educati ad utilizzare questa tecnica, adoperando lo schiocco della lingua. Daniel Kish, un non vedente dalla nascita, ha imparato questa tecnica talmente bene che riesce a svolgere delle attività per noi impensabili come guidare una bicicletta o giocare con una palla, e addirittura è in grado di fare da guida agli altri non vedenti. Concludono i ricercatori affermando che probabilmente questa capacità innata la si deve all’evoluzione, che ha permesso all’uomo di sopravvivere anche in zone di totale oscurità, e che oggi ci siamo un poco “dimenticati” di possedere perché la nostra cultura si basa sulla vista, ma all’occorrenza potrà ritornarci utile.

[Fonte: Repubblica]