In tempi di crisi economica ognuno cerca di cavarsela come può, ed in un modo o nell’altro, deve rinunciare a qualcosa. Tra le attività “tagliate” risultano esserci anche le spese mediche, ed in particolare quelle per le visite specialistiche. Al primo posto c’è il dentista, ma anche diversi altri medici vengono “evitati” per i costi troppo alti, a meno che non siano strettamente necessari.
Secondo una ricerca del Censis infatti un italiano su 5, nell’ultimo anno, ha rinunciato alle visite mediche specialistiche. Una percentuale che sale al Sud (23,5%) e tra i meno istruiti (31%). Ma siccome con la salute non si scherza, in molti preferiscono rivolgersi alle strutture sanitarie pubbliche, anche a costo di iscriversi in una lista lunga mesi. Qui il picco si registra nel Centro, dove il 41% dei residenti si è “convertito” alla struttura pubblica.
Tagli si sono registrati anche nei farmaci, nonostante la paura per l’influenza suina, con un -21% nell’acquisto di quei medicinali che si pagano di tasca propria, mentre addirittura il 7% degli italiani ha dovuto rinunciare alla badante.
[Fonte: il Sole 24 ore]