Home » MEDICINA TRADIZIONALE » Epidemie » Influenza suina: in alcuni Paesi è ancora in aumento

Influenza suina: in alcuni Paesi è ancora in aumento

Con molti Paesi che continuano a segnalare un numero crescente di casi di H1N1 (influenza suina), Keiji Fukuda, consigliere speciale del direttore generale dell’OMS sulla pandemia influenzale, ha spiegato che è troppo presto per dichiarare la pandemia finita. Dal Washington Post:

Fukuda ha dichiarato che, mentre la seconda ondata di infezioni ha raggiunto l’apice negli Stati Uniti e in alcuni altri Paesi dell’emisfero nord, il livello di attività dell’influenza resta elevato altrove, in alcuni Paesi europei, tra cui la Svizzera e la Repubblica ceca, e in alcune parti dell’Asia centrale, come il Kazakistan.

Fukuda ha inoltre osservato che i segni di un picco e una diminuzione del contagio in Nord America e in alcune parti d’Europa si era verificato in modo “straordinariamente precoce per l’influenza”, con diversi mesi di anticipo. Come risultato, non si poteva escludere la possibilità di un’altra ondata della malattia alla fine dell’inverno o all’inizio della primavera.

Anche durante il briefing, Fukuda ha annunciato che l’OMS prevede di iniziare la spedizione di vaccini H1N1 in Azerbaigian, Afghanistan e Mongolia entro le prossime settimane. I vaccini andranno a 35 Paesi in via di sviluppo poco dopo.

Le 180 milioni di dosi di vaccino contro l’H1N1 ai Paesi in via di sviluppo

sono state promesse dai cinque principali produttori e da 12 Paesi, anche se non è chiaro quanti le hanno mantenute. Gli Stati Uniti, per esempio, si sono impegnati per il 10% dell’offerta per l’OMS, ma non ne hanno ancora fornito nessuna. Ma più vaccino può essere disponibile al più presto, perché molti Paesi hanno effettuato ordini sul presupposto che due dosi sarebbero state necessarie per immunizzare la maggior parte delle persone. Ora che è chiaro che una sola dose è sufficiente per tutti, tranne i bambini di età inferiore ai 10 anni, è probabile che vi sia un surplus. Gli Stati Uniti, per esempio, ha ordinato 251 milioni di dosi, e sembra improbabile che tutte queste saranno utilizzate

dice il Los Angeles Times. La Reuters invece afferma che in Germania e Spagna sono in corso trattative con le aziende farmaceutiche per ridurre le consegne e restituire il surplus del vaccino. Entrambi i Paesi stanno anche valutando le opzioni per donare l’eccesso di scorte ad altri Paesi.

Il segretario dell’HHS americano Kathleen Seblieus ha spiegato che gli Stati Uniti avranno oltre 100 milioni di dosi in eccesso, ed ha esortato gli americani a fare il vaccino, spiegando che

Abbiamo la possibilità di ridurre l’impatto, o addirittura prevenire una grande terza ondata.

[Fonte: Medicalnewstoday]