Un motivo in più per recarsi da un dietologo stimato ed affidabile se si rientra nella fascia della popolazione obesa: molte compagnie aeree stanno infatti tassando i passeggeri in evidente sovrappeso facendo loro pagare due biglietti, invece che il singolo ticket previsto.
La motivazione, che può essere additata come una grave mancanza di tatto e di sensibilità da parte delle aziende aeree, in realtà nasce da un bisogno concreto. Quello di accogliere le centinaia di lamentele degli altri passeggeri normo-peso che si ritrovano a condividere la coppia di sedili che caratterizza le file di posti sui velivoli con una persona obesa. Schiacciati, pigiati e scomodi per tutta la durata del viaggio, appare chiaro che appena scesi a terra corrano a fare le loro rimostranze senza fare troppo caso al garbo e alla delicatezza, pretendendo in molti casi anche il rimborso per il disagio che sono stati costretti a subire.
Certo, sembra quasi una dicriminante e, a questo punto, non sarebbe meglio riservare su ogni aereo dei sedili più larghi a posto singolo? Un po’ come facciamo quando andiamo a prenotare un posto su un treno, optando tra prima e seconda classe, ci sentiremmo chiedere: come lo vuole il posto s, m, x o xl?
La United Airlines, la terza compagnia aerea statunitense, aderisce al poco politically correct “sei grasso, paghi per due” seguendo le orme di Delta Airlines e SouthWest Airlines. Le nuove norme entrano in vigore proprio oggi.
Se il volo non è completamente pieno, tuttavia, gli obesi pagheranno il costo di un biglietto unico e avranno due posti a disposizione invece che uno. Solo se l’aereo è completamente prenotato saranno costretti a pagare per due.
Non ci sembra un comportamento molto corretto, soprattutto in America, dove gli obesi sono il più alto numero al mondo, e le compagnie aeree dovrebbero attrezzarsi ad ospitarli, senza discriminanti e senza sovraprezzi. Ma si sa, si fa prima a mettere una pezza, magari pure conveniente, che a trovare una soluzione.
[Fonte: Ansa]