L’aspetto che forse più ferisce, dell’essere disabili, è il costante bisogno di supporto anche per operazioni comuni e banali di tutti i giorni. Eppure in molti, tra i diversamente abili, riescono a superare questo scoglio, vincendo la tentazione di ricorrere all’aiuto altrui per qualsiasi cosa, imparando ad ingegnarsi ed a farcela da soli, con una forza d’animo ed una determinazione che hanno dell’ammirevole.
Non tutti riescono però a risollevarsi in modo autonomo dal baratro della dipendenza dagli altri, dipendenza che spesso è soprattutto psicologica. Per aiutare chi convive con la disabilità a diventare indipendente, a Milano c’è una vera e propria scuola: la SVAA (Scuola di Vita Adulta Autonoma), in via Ruggero 33, zona 5, al quinto piano.
Come spiega l’assessore alla Salute del Comune di Milano, Giampaolo Landi, si tratta di un progetto che si propone come mission quella di insegnare agli individui affetti da disabilità intellettiva e/o relazionale a vivere in modo autonomo:
Un intervento di inclusione sociale, di sostegno alle fragilità che permette all’Assessorato alla Salute di rispondere in modo mirato alla domanda di aiuto dei cittadini.
La scuola, prosegue Landi, è un luogo attrezzato per mettere alla prova il desiderio di emancipazione
e sperimentare percorsi di avvicinamento a una residenzialità adulta. Lo scopo è appunto quello di porre solide basi – relazionali ed emotive – per un inserimento definitivo in strutture di piccole dimensioni, comunità alloggio, comunità socio-sanitarie, strutture che oggi a Milano sono gestite con la partecipazione diretta dell’Assessorato alla Salute.
Dopo il primo periodo di training, di 4-6 mesi, si è pronti a vivere da soli. Il Comune ha riservato degli alloggi protetti alle persone disabili:
A novembre 2010 abbiamo inaugurato 8 monolocali e 6 bilocali – in via Barrili 6, al quartiere Stadera, riservati alle persone disabili. I 14 appartamenti diverranno la casa di altrettanti cittadini con disabilità.
Un’iniziativa ammirevole per far sì che, attraverso la conquista dell’indipendenza, i disabili possano costruirsi una vita propria, come qualunque altra persona.
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