Cattive notizie per i tifosi: le vuvuzelas potrebbero essere messe al bando nelle prossime olimpiadi di Londra 2012. La colpa? Nei germi e nelle malattie che le stesse potrebbero diffondere.
Non solo inquinamento acustico quindi, che già di per se porterebbe le autorità ad un sequestro delle particolari trombette comparse per la prima volta nel 2010 in Sudafrica durante i mondiali di Calcio, ma diffusione di vere e proprie patologie come l’influenza e la tubercolosi.
A rivelarlo ci pensa uno studio pubblicato sulla rivista di settore Plos One e condotto dai ricercatori della London School of Hygiene and Tropical Medicine. Secondo gli scienziati infatti i “maxi-corni da stadio” possono contribuire alla diffusione di malattie infettive perché in uscita emettono liquidi in maniera analoga a quelli emessi dagli starnuti ed in quantità pari a 4 milioni di goccioline al secondo.
La ricerca condotta dalla dott.ssa Ruth McNerney spiega anche che se utilizzata all’aperto la vuvuzela rappresenta uno dei veicoli maggiori di patologie proprio per questa sua potenza in emissione. E poco importa che si tratti di tubercolosi, polmonite atipica o influenza. E’ dannosa in tutti i casi.
La BBC, la prima a diffondere i risultati di questo studio, sostiene che il comitato olimpico potrebbe decidere addirittura di metterle al bando. La ricercatrice propenderebbe in linea generale più che ad un divieto ad una sorta di regolamentazione atta a prevenire la diffusione di germi e virus.
Così come nel caso dei colpi di tosse o degli starnuti occorre agire in modo mirato per prevenire la trasmissione della malattia. Dunque, alle persone con infezioni deve essere sconsigliato di soffiare le vuvuzelas vicino agli altri.
Per studiare l’effetto delle vuvuzelas gli scienziati hanno utilizzato un “complesso dispositivo laser” per calcolare le goccioline di saliva prodotte da otto suonatori volontari, equamente divisi in uomini e donne. Il risultato ha dimostrato che un semplice urlo produce circa 7mila goccioline al secondo, un inezia se paragonate alle trombe in questione.
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Vuvuzelas, inquinamento acustico e non solo
Fonte: BBC.com