L’Italia approva finalmente un divieto definivo alle protesi al seno per le minorenni. Da ora i chirurghi saranno obbligati a comunicare ai registri regionali tutti i dati necessari per garantire la rintracciabilità degli impianti. E’ stato necessario lo scandalo relativo alle protesi Pip per giungere a questa conclusione ed arrivare al via libera di un sistema efficiente di controllo sulle protesi mammarie.
La commissione Sanità del Senato ha approvato “in sede deliberante” e quindi senza la necessità di ulteriori passaggi in Parlamento l’obbligo per il medico di segnalare gli impianti immessi al ministero della Salute. Ed insieme ad esso, anche il divieto per le minorenni di sottoporsi a ritocchi protesici al seno, a meno di motivazioni prettamente mediche suffragate da adeguata documentazione professionale.
Il voto è giunto all’unanimità. Lo scandalo delle protesi francesi, costruite con del silicone non adatto all’uso umano e che tanto rumore hanno creato negli ultimi mesi (per via dello sviluppo di malattie neoplastiche da parte di alcune donne alle quali sono state impiantate,n.d.r.) ha spinto in maniera molto sentita l’iter dell’intera legge, favorendo una presa di coscienza netta sia da parte della politica che dell’opinione pubblica. La popolazione sembra inoltre aver compreso che un ritocco chirurgico-estetico non è comparabile in semplicità con l’uso di crema e maquillage e che è necessario affrontare un’operazione del genere come si affronterebbe un qualsiasi intervento medico.
Tornando alla legge, bisogna sottolineare che la stessa era ferma in senato dal dicembre del 2010. Commenta Francesca Martini, prima fautrice del progetto di legge:
Adesso l’opinione pubblica ha preso consapevolezza che fare la mastoplastica al seno non è uno scherzo. Comincia una nuova era. Finisce il business.
I chirurghi che non rispetteranno la registrazione verranno infatti multati e perseguiti. Grazie a questa legge sono obbligati a comunicare ai propri registri regionali di riferimento il modello, la marca, il materiale, e gli esiti successivi all’intervento effettuato, tutelando ovviamente la privacy della paziente.
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