Protesi Pip, niente rischio di cancro al seno

Ricordate lo scandalo delle protesi francesi Pip, quelle caratterizzate da una percentuale di rottura maggiore del normale e per le quale anche l’Europa si era fatta sentire? A quanto pare la mastoplastica additiva condotta con questo tipo di protesi non aumenterebbe il rischio di cancro al seno nelle pazienti.

Protesi al seno: approvato divieto definitivo per minorenni

L’Italia approva finalmente un divieto definivo alle protesi al seno per le minorenni. Da ora i chirurghi saranno obbligati a comunicare ai registri regionali tutti i dati necessari per garantire la rintracciabilità degli impianti. E’ stato necessario lo scandalo relativo alle protesi Pip per giungere a questa conclusione ed arrivare al via libera di un sistema efficiente di controllo sulle protesi mammarie.

Chirurghi plastici aprono sportello informativo per le protesi PIP

Il clamore mediatico riguardo alle protesi PIP (Poly Omplant Prothese) si sta gradatamente affievolendo, ma di certo non l’ansia delle donne, di tutte coloro che negli ultimi anni si sono sottoposte all’impianto di protesi mammarie, per motivi estetici o quale ricostruzione dopo una mastectomia, dovuta ad un tumore al seno. Lo sanno bene i chirurghi plastici, diretti interessati, che ancora si trovano subissati di richieste di informazioni da parte delle loro pazienti, confuse. E’ per questo motivo che l’AICPE (Associazione Italiana Chirurghi Plastici ed Estetici) ha dato vita ad un vero e proprio “sportello PIP”, dedicato a chi ha ancora dubbi e perplessità, ma soprattutto paure.

Protesi all’anca pericolose, è nuovo allarme?

Protesi all’anca pericolose. L’allarme c’è, ma mi raccomando non ditelo a nessuno! E’ in questo modo che mi sembra di poter commentare la notizia delle protesi all’anca difettose che potrebbero rompersi e rilasciare cobalto in quantità tossiche di cui ha denunciato l’esistenza un servizio giornalistico di “Striscia la notizia” realizzato da Jimmy Ghione lo scorso venerdì. In pieno caos da protesi al seno difettose, un medico ortopedico ha segnalato alla redazione del tg satirico, un caso simile di cui non era stata fatta adeguata segnalazione: nell’agosto 2010 la società americana DePuy produttrice di protesi ortopediche ha inviato una lettera alle ASL italiane (e di tutto il mondo) segnalando un modello di protesi per l’anca pericoloso per la salute dell’essere umano impiantato, in quanto difettoso e soggetto a rilascio di particelle di cobalto.

Protesi Pip, il responsabile confessa: “sapevo tutto, l’ho fatto per soldi”

Guai in vista per Jean-Claude Mas, il responsabile delle ormai famigerate protesi Pip (Poly Implants prothesis) che stanno mandando nel panico migliaia di donne in tutt’Europa le quali sono state “richiamate”, come si fa per le auto difettose, in ospedale a causa di materiali non a norma. Il silicone utilizzato per le protesi al seno non era conforme, ma non c’è stato un errore umano: è stato fatto apposta. Lo ha confessato proprio Mas nell’interrogatorio registrato sui verbali che sono stati resi noti oggi.

Protesi al seno, la società francese usava additivi del petrolchimico

le protesi mammarie difettose dell’oramai fallita società francese Poly Implant Prothese (Pip) contenevano un gel al silicone a cui era stato aggiunto almeno 1 tipo di additivo impiegato nell’industria petrolchimica mai testato per quell’uso specifico. A darne notizia, è stata l’emittente radiofonica francese Rtl, che è risalita all’elenco dei materiali utilizzati per i compendi estetici.

Protesi al seno scadenti: decine di rotture in Italia

A quanto sta man mano emergendo nelle ultime ore anche l’Italia deve iniziare a preoccuparsi delle protesi mammarie Pip e della loro nocività. Dopo l’Inghilterra e la Francia, tocca ora al nostro paese prendere provvedimenti.  Sarebbero decine le rotture avvenute in Italia: ventiquattro dal 2005. Ed anche da noi l’intervento è lo stesso:  necessità di fare controlli dopo la loro rottura.

Cancro al seno e protesi al silicone scadenti: è allarme in Francia

E’ allarme in Francia: migliaia di protesi del seno, inserite negli anni passati nel petto delle donne francesi sarebbero cancerogene.  Ed avrebbero provocato in molte pazienti lo sviluppo di tumori al seno. Ancora una volta sotto accusa è il materiale estetico della Pip, già allevato agli “allori” della cronaca nel marzo 2010 per il rischio, causato dalla tipologia scadente di materiale, di esplosione delle protesi.

Chirurgia estetica compulsiva: la storia di una modella

Esiste la chirurgia estetica compulsiva? La risposta è affermativa se prendiamo in considerazione il caso di Alicia Douvall, ex modella  e star della televisione inglese.

La donna, il cui nome reale è Sara Howes, nel corso dei suoi 30 anni di vita ha subito circa 100 operazioni di chirurgia estetica.

Tumore: ricostruire il seno con autotrapianto

Tumore al seno, ricostruire la mammella grazie ad un autotrapianto dopo l’asportazione delle cellule cancerose. Una tecnica, quella del trapianto con tessuti autologhi, già utilizzata da qualche tempo ma poco diffusa.

Utilizzando del tessuto prelevato dal basso addome è infatti possibile ottenere dei risultati più naturali con i quali la paziente è in grado di sentirsi a proprio agio in maniera sicura e veloce senza bisogno dell’inserzione di protesi.

Protesi al seno e minorenni, risponde il Prof. Gasparotti

Protesi al seno. Varato dal Consiglio dei Ministri il ddl sull’istituzione del Registro nazionale degli impianti protesici mammari.  Abbiamo già parlato di questa proposta legislativa prevede obblighi informativi per le pazienti ed il divieto, con fini puramente estetici, per le minorenni. In molti da tempo chiedevano una regolamentazione sul Far West della chirurgia estetica.  Ma il primo passo del Governo Italiano non ha riscosso il successo previsto.

Ideologicamente è una iniziativa giustissima, ma nella pratica non ha senso: una minorenne può decidere di andare ad operarsi all’estero, ovunque la legge lo permetta, con i rischi connessi

A parlarci è il Prof. Marco Gasparotti chirurgo plastico con all’attivo più di 15.000 interventi (qui trovate la sua pagina web), che aggiunge:

Le protesi al seno vanno impiantate da medici specialisti. Un otorinolaringoiatra non può ritoccare le orecchie a sventola o un ortopedico tirare su un gluteo!  Il primo passo per una regolamentazione deve basarsi su questo principio.

Protesi mammarie e filler, al via l’anagrafe ministeriale

Facciamo ordine. Ecco che sbuca fuori ora una commissione ministeriale per censire protesi mammarie e filler iniettivi. La prima riunione è prevista per il prossimo 4 febbraio: oltre al Governo, vi parteciperà la Sicpre, la Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. L’iniziativa è stata presa da Francesca Martini, sottosegretario al Welfare: l’idea è quella di censire protesi e filler, per capire quanti interventi vengono effettuati in Italia, su quali pazienti e in quali strutture.

Il tutto, per avere ulteriori e più precisi strumenti per poi prevedere eventuali interventi legislativi. Si tratta, infatti, di un settore, in Italia, dove mancano gli strumenti per una reale tutela del paziente. Serve, inoltre, una stima reale – attualmente assente – sui casi di complicanze e di trattamenti mal riusciti: incidenti di percorso che possono portare anche a danni permanenti.

L’obiettivo è quello di un sistema di informazioni certificate: negli USA succede già, con l’Asaps (società americana di chirurgia plastica) che pubblica sul suo sito web dati accessibili a tutti i cittadini.

Protesi al silicone. Volete conoscerne la vera storia?

Potremmo dire che le protesi al silicone fanno ormai parte della nostra quotidianità. Sono talmente diffuse che le diamo per scontate, ma quanti di noi ne conoscono la storia? Ecco di seguito un brevissimo excursus storico che, forse, ci rivelerà qualche dettaglio inaspettato sulle migliori amiche delle donne poco…formose. La patria delle protesi al silicone può essere considerata la città americana di Houston. Qui infatti i chirurghi plastici Thomas Cornin e Frank Gerow nel 1960 crearono, in collaborazione con la Dow Corning Corporation, la prima protesi mammaria in silicone, che venne impiantata nel 1962 a Timmie Jean Lindsey presso lo Houston’s Hermann Hospital (adesso Memorial Hermann Hospital).

Da allora sono state numerosissime le pazienti ansiose di farsi impiantare una protesi per aumentare di volume il proprio seno. Ma quella creata da Gerow e Cornin non è stata la prima protesi mammaria della storia: già nel 1895 un chirurgo tedesco aveva tentato l’impresa impiantando nel seno di un’attrice il grasso prelevato da un lipoma (un tumore benigno) della donna stessa e a questo primo, pionieristico, tentativo sono seguiti gli impianti di protesi alla paraffina, quasi subito abbandonati per via delle conseguenze, spesso pesantemente negative, sullo stato di salute delle pazienti. Inoltre si mormora che, negli anni precedenti alla rivoluzionaria trovata dei due chirurghi statunitensi, alcune prostitute avevano iniettato direttamente nel seno il silicone con risultati prevedibili.