La dermatologia chiede aiuto ai laser. Laddove le terapie classiche hanno fallito i potenti fasci di luce, da dosare e mirare sul bersaglio desiderato, ripulirebbero la pelle da difetti e riaccendono speranze: contro acne e calvizie, addio macchie e tatuaggi cancellati. Promesse mantenute? Le risposte le hanno date i dermatologi dell’European society for laser aesthetic surgery (Eslas), recentemente riuniti a congresso a Roma, all’università Cattolica del sacro Cuore. Afferma il prof. Ruscioni, primario deela clinica di dermatologia presso l’ Università Cattolica del Sacro Cuore in Roma
«I laser non sono la panacea per i problemi della pelle rimasti senza soluzioni, sono invece uno strumento in più per lo specialista nella cura di patologie e inestetismi»
Dubbi i risultati promessi dal laser a forma di pettine appena ideato da un medico olandese e in commercio in internet. Passato fra i capelli, l’apparecchio dovrebbe stimolare la ricrescita di quelli persi. Precisa il professore Rusciani
«Ad oggi non ci sono evidenze scientifiche che l’apparecchio funzioni davvero»
In fase avanzata invece le sperimentazioni svolte da alcuni ricercatori inglesi, pubblicate su Lancet, sull’uso dei laser a diodi e a bassa intensità per curare l’acne.
«Il raggio laser agisce sulle lesioni acneiche come battericida e batteriostatico. Inoltre restringe l’attività della ghiandola sebacca. L’ apparecchiatura ha dimostrato di essere efficace anche sulle lesioni papulo-pustolari, la forma più aggressiva di acne, anche in uno studio da noi condotto insieme agli specialisti dell’Istituto dermopatico dell’Immacolata di Roma. In 24 pazienti trattati abbiamo riscontrato una riduzione delle lesioni nel 56% dei pazienti, dopo circa 4 sedute»
Nella cura delle macchie scure che, con gli anni affiorano sulla pelle delle aree esposte alla luce, non tutti i laser sono stati approvati dagli esperti della Eslas. Particolarmente efficace sulle macchie piccole, dette lentigo solari perché simili alle lentiggini ma che compaiono in età avanzata sul viso, dorso delle mani e decolleté, un apparecchio simile al laser che emette una luce pulsata. Spiega Angela Motta, dermatologa del dipartimento di dermatologia dell’università di Chieti:
«La luce pulsata polverizza le cellule pigmentate e, in due o tre sedute, elimina la macchia. Dopo il trattamento si formano delle croste che cadono dopo due settimane»
Molto meno apprezzabili i risultati sul melasma, ovvero sulle macchie più estese che affiorano soprattutto sulle guance e sul labbro superiore delle donne in gravidanza o che assumono la pillola anticoncezionale.
«In questi casi i pigmenti sono refrattari alla luce pulsata e possono comparire recidive»
Sul melasma alcuni dermatologi utilizzano un laser del tipo Q-sivilched alessandrite. Commenta Maurice Adatto, della clinica dermatologica dell’università di Ginevra:
«E’ sconsigliato e controindicato l’uso di tale apparecchiatura che può essere aggressiva. Sul melasma i trattamenti d’elezione restano i peeling e fidrochinone»
A ricordare le possibili reazioni avverse dovute ai laser dermatologici ci pensa invece il comitato dell’American Academy of dermatology che ha stilato delle linee guida. Si legge nel documento:
«La frequenza delle complicanze dipende del tipo di laser impiegato e dalle condizioni in cui viene usato. Fra le reazioni possibili: pigmentazione irregolare, dolore, eritema persistente. Più rare: comparsa di vescicole, fallimento del risultato desiderato, infezioni, cicatrici o cambiamentì nella trama cutanea».