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Miti da sfatare sul fumo

Quante volte vi è capitato di sentire che il fumo fa male? Nell’arco di una vita per chi è nato dagli anni ’70 in poi questo ritornello è stato ascoltato milioni di volte. Ma quello che ancora è difficile da spiegare è come mai, nonostante questa consapevolezza, ci siano ancora milioni, forse miliardi di persone al mondo che continuano a fumare.

Molti ci ridono su, altri le ignorano, altri ancora ne sono preoccupati ma il bisogno di fumare batte la loro forza di volontà, ma ci sono alcune regole, ma soprattutto tanti miti, che persistono negli anni, e che non sempre corrispondono a verità. E invece ci sono cose che in pochi conoscono, come non solo che il fumo uccide, ma si rifà vivo anche nella tomba, agendo più velocemente nella decomposizione della pelle, ed in special modo dei capelli. Ma di falsi miti ce ne sono tanti.

Ad esempio è falso che fumare porta ad un’alta possibilità di avere un cancro ai polmoni. Certo, chi fuma ha più possibilità di ammalarsi di un non fumatore (circa 23 volte più probabile), ma è stato appurato che tra tutti coloro che fumano per tutta la vita, meno del 10% alla fine contrae il cancro ai polmoni. Nel calcolo del rischio i ricercatori hanno notato che ci sono più possibilità che si rompa il preservativo durante l’atto sessuale che non di ammalarsi di tumore ai polmoni dopo una vita da fumatore.

E’ vero però che il fumo incrementa il rischio di crescita di altri tipi di tumori. Infatti è stato riscontrato come ai fumatori sia associato un aumento del rischio in almeno 15 tipi di cancro diversi. Inoltre è più probabile che a questo sia associato anche un aumento della mortalità. In uno studio cominciato nel lontano 1951 e portato avanti fino al 2001 in Inghilterra, è stato rilevato come la metà dei fumatori sono deceduti prima dei 50 anni di età, una quindicina di anni in meno della media dei non fumatori. Quindi è vera la massima che dice che il fumo uccide.

Nonostante non siano provati tutti questi grandi danni ai polmoni, sono invece certi i danni vascolari. Infatti è stato provato che, infiammando e indurendo le arterie, il fumo è la causa principale nelle malattie cardiache e negli ictus, mentre per quanto riguarda i polmoni, è responsabile delle bronchiti croniche.

Non è vero invece che chi fuma è più “figo“. Infatti durante l’atto sessuale un fumatore dura di meno rispetto al non-fumatore, in quanto il monossido di carbonio in circolo nel sangue sostituisce l’ossigeno, dando vita a prestazioni fisiche ben al di sotto della soglia normale.

Infine bisogna smentire anche l’ultima credenza dei fumatori, che molto spesso è la ragione per cui continuano a fumare: il fumo non può uccidere tutti. In parte è vero, nel senso che circa il 50% dei fumatori arriva alla vecchiaia. Il problema però è vedere in che condizioni il fisico arriva a tale età, una considerazione che in pochi fanno, ma che è fondamentale per valutare la qualità della vita di un fumatore.