In Italia è in arrivo un nuovo farmaco in grado di ridurre la dipendenza da alcol, il suo nome è Acamprosato e probabilmente ne avrete già sentito parlare, poiché il medicinale viene già prescritto in 40 Paesi con un uso clinico di oltre 20 anni. Si tratta, infatti, di un neuromodulatore indicato nel mantenimento dell’astinenza nel paziente alcoldipendente, prodotto dall’azienda Merck Serono, e presentato durante un incontro che si è tenuto a Roma.
Il farmaco sarà completamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale, ma dovrà essere somministrato sempre in associazione ad un percorso psicoterapeutico o psicosociale, come la stessa azienda suggerisce di fare. L’Acamprosato riduce il desiderio di bere, senza provocare dipendenza o modificare lo stato psichico, inoltre può essere usato anche in combinazione con altri farmaci.
L’alcolismo, è stato considerato per molto tempo solamente un vizio e per questo condannato. Oggi invece, anche grazie al progresso delle conoscenze scientifiche sull’argomento, è sempre più chiaro che la dipendenza da alcol non è legata tanto alla mancanza di volontà del soggetto, quanto ad una serie di fattori psichici, fisici e sociali.
Come spiega anche Mauro Ceccanti, professore associato di Metodologia Clinica e Semeiotica Medica, responsabile del Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio:
quello che è poco noto è che le persone che condividono gli effetti dell’azione dell’alcol e vengono, pertanto, definite ‘alcolisti’ o ‘alcol dipendenti’, sono il prodotto di una complessa interazione ambiente-genotipo, in cui l’alcol è l’unico elemento sicuramente comune. Questo, ha sempre comportato una difficoltà nell’individuazione di terapie farmacologiche efficaci quando si è tentato di intervenire sulla dipendenza, senza considerare le differenze dei fattori genetici e ambientali che intervengono nella genesi di quello che noi chiamiamo “alcolista”.
Tuttavia, sebbene l’alcolismo sia una malattia vera e propria (è causa di 30 mila morti all’anno soprattutto fra i giovani sotto i 26 anni), è curabile, e l’Acamprosato, riducendo la voglia di bere, potrebbe essere un valido strumento per arginare il fenomeno in maniera complementare alla psicoterapia, diminuendo l’incidenza, la severità e la frequenza delle ricadute.
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Fonte: CRARL