Una buona notizia che infonde speranza nel porre un freno all’epidemia di Aids, arriva dal fronte della ricerca e della sperimentazione. Il New England Journal of Medicine riporta infatti che Truvada, la pillola preventiva contro l’Aids, funziona o meglio ha una buona percentuale di successo nell’abbassare le probabilità di contagio in chi ha rapporti sessuali a rischio.
Il farmaco è stato sperimentato nell’ambito dello studio iPrex su un campione di 2.4999 uomini sieronegativi, gay, transgender e bissessuali, di sei diversi Paesi (Brasile, Perù, Ecuador, Sudafrica, Thailandia, Stati Uniti), ed ha fatto registrare un decremento del 44% dei casi di malattia e del 70% per quanto riguarda invece le probabilità di contrarre l’infezione. Truvada è un mix che si compone di due diversi farmaci, emtricitabina (200 milligrammi) e tenofovir (300 milligrammi), e va assunto quotidianamente.
Evidenti i benefici per chi non ha quasi mai dimenticato di assumerlo, con una netta diminuzione dei casi di infezione, come spiega Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), afferente al National Institutes of Health (NIH):
Fra coloro che hanno preso la medicina almeno il 90% delle volte, i casi di infezione sono calati del 78%. Ora abbiamo una forte evidenza che la terapia antiretrovirale è efficace anche in via profilattica sugli omosessuali, un segmento di popolazione che è colpito dall’infezione di Aids in maniera sproporzionata. Ulteriori ricerche sono necessarie, ma certo questa scoperta pone le basi per un ulteriore sviluppo.
La pillola preventiva contro l’Aids, subito ribattezzata pillola del giorno prima, potrebbe essere destinata alla popolazione a più alto rischio di contagio. Lo ha detto Stefano Vella dell’ISS, commentando i risultati della sperimentazione e sottolineando che comunque non si può pensare ad un suo utilizzo generalizzato.
A finanziare lo studio e la sperimentazione del farmaco il NIAID ed alcune fondazioni private tra cui quella di Bill Gates.