I polipi al colon sono pericolosi? Di per se stessi no, sono benigni, ma dipende dal tipo di polipo, in quanto alcuni di essi possono trasformarsi in un tumore. Il cancro del colon, è la terza neoplasia per diffusione e la seconda per mortalità. Questo capita soprattutto perché in genere si tratta di una patologia asintomatica o comunque con sintomi non specifici. E’ noto come la maggior parte dei tumori del colon derivino da polipi, per cui identificandoli e rimuovendoli per tempo con una colonscopia si è in gran parte in grado di prevenire questa forma di tumore. Ecco cosa occorre sapere per avere un quadro chiaro della situazione e fugare ogni dubbio.
Cosa sono i polipi al colon?
Un polipo rappresenta una crescita anomala di tessuto. Possono crescere in varie parti del corpo (polipo nasale, anale, dell’endometrio, dell’utero e /o intestinali). Particolarmente comuni e degni di attenzione medica sono i polipi del colon, escrescenze che si sviluppano sul rivestimento interno dell’intestino crasso e dunque del colon in modo più frequente. Possono essere di pochi millimetri o di alcuni centimetri, piatti o in rilievo (sessili o peduncolati), singoli come un fungo o a gruppo come un cavolfiore. Tutto, anche la loro posizione, dipende dalla tipologia, compresa la possibilità di evolvere in tumore
Tipi di polipi al colon, definizione e rischi
Esistono diversi tipi di polipi al colon dunque che i medici suddividono in 4 gruppi principali:
- Polipi adenomatosi: sono la maggioranza. Raramente evolvono in una neoplasia, ma quasi la totalità dei polipi maligni è adenomatosa
- Polipi iperplastici o seghettati (o dentellati): sono piccoli, presenti per lo più nella parte bassa del colon e benigni.
- Polipi sessili: i più grandi, essenzialmente di forma piatta (e quindi più difficili da individuare e spesso asportare), si trovano nella parte supeiore del colon e nella maggioranza dei casi sono forme precancerose e dunque pericolose
- Polipi infiammatori: sono riscontrati in persone affette da malattie infiammatorie intestinali croniche (come la colite ulcerosa o il morbo di Crohn). Queste condizioni aumentano il rischio di cancro al colon e dunque i polipi diventano un fattore di rischio aggiuntivo.
I due tipi più comuni di polipi del colon-retto sono i polipi iperplastici gli adenomi. Per individuare la loro natura e predirre il rischio di sviluppare un tumore si esegue la colonscopia, attraverso la quale èè possibile anche asportarli per eseguire la biopsia ed eliminare il problema a prescindere dal risultato di questa.
In quanto tempo un polipo al colon diventa un tumore?
Non ci sono certezze, ma delle stime medie: un polipo adenomatoso impiega secondo gli esperti circa 10 anni a trasformarsi in un tumore. C’è dunque molto tempo per prevenire questo rischio e per tale motivo, gli screening in soggetti sani e senza fattori di rischio sono suggeriti ogni 10 anni al massimo nelle persone con più di 50 anni. I tempi si riducono in chi invece ha fattori di rischio (familiarità con tumori o polipi al colon o patologie correlate) . Dopo i 50 anni ed in presenza di tali fattori i tempi di screening sono più ristretti. Lo screening del tumore al colon inizia con un semplice controllo delle feci (per individuare sangue occulto) ed in casi dubbi si procede a test più approfonditi. Il gold standard è la colonscopia che permette di osservare da vicino e dall’interno le mucose ed eventualmente asportare i polipi ed altre lesioni sospette. In soggetti a rischio la colonscopia può essere richiesta direttamente e con intervalli più frequenti.
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Fonte: American College of Gastroenterology
Foto: Thinkstock