La dieta mediterranea si aggiorna. E lo fa in base ai nuovi studi raccolti nel tempo sull’argomento. I cambiamenti non sono così scontati come si potrebbe pensare.
Come è organizzata la nuova dieta mediterranea
La piramide della dieta mediterranea aggiornata propone delle modifiche volte ad avvicinare le persone al suo utilizzo, al fine di modificare gli stili di vita contemporanei. Non è una novità che seguire questo specifico regime alimentare consenta di sfruttare innumerevoli benefici, riducendo la mortalità. E prevenendo l’insorgere di malattie croniche come il diabete, le malattie neurodegenerative, le malattie cardiovascolari e anche il cancro.
È stata però riscontrata un’adesione molto scarsa, soprattutto tra le generazioni più giovani. Per questa ragione, presso il 45° Congresso nazionale della Società Italiana di Nutrizione Umana, è stata presentata una dieta mediterranea rivista, che unisce ciò che abbiamo imparato dalle ricerche sul tema a un giusto approccio alla società attuale.
Questo schema aggiornato promuove un maggiore consumo di cereali integrali e legumi, insieme a frutta, verdura e olio extravergine d’oliva. Puntando ancor più su un consumo ridotto di carne, non solo rossa, ma anche di pollo e tacchino. Si cerca di limitare il più possibile il consumo di formaggi stagionati e insaccati, puntando essenzialmente a una dieta ancora più sostenibile e sana. Si consiglia inoltre di consumare le patate solo una volta a settimana, a causa del loro alto indice glicemico e di utilizzare sempre olio extravergine d’oliva.
Meno carne e più legumi
Un approccio ovviamente in contrasto con la dieta carnivora, che sta avendo molta diffusione tra diverse generazioni e che favorisce l’uso di carne e derivati, eliminando praticamente frutta e verdura. Quest’ultimo tipo di regime alimentare, sebbene sembri avere effetti positivi sull’organismo anche in termini di perdita di peso, rischia di danneggiare significativamente la salute nel lungo termine.
La nuova dieta mediterranea rivede la sua piramide, spingendo il più possibile al consumo di frutta, verdura, legumi e cereali integrali. Un approccio teoricamente molto salutare, che deve però essere considerato anche alla luce di eventuali patologie più o meno autoimmuni presenti. Una persona celiaca, ad esempio, non potrà mai mangiare cereali integrali, mentre chi soffre di insufficienza renale dovrà limitare al minimo anche il consumo di legumi.
Di certo, la nuova piramide proposta sottolinea come sia meglio per la nostra salute consumare meno insaccati e meno carne possibile. Quel che è certo è la necessità di mantenere uno stile di vita sano e un’alimentazione corretta, in grado di fornire all’organismo la giusta energia senza affaticarlo o provocare carenze nutrizionali.