Il piano contro le liste d’attesa del Governo è effettivamente utile? Quello dell’attesa non è l’unico problema del Servizio sanitario nazionale Ma di certo, è uno dei più sentiti dai cittadini.
Possibili soluzioni per le liste d’attesa
L’Esecutivo ha dato via libera sia a un disegno di legge che a un decreto legge in merito. Ma le soluzioni trovate non hanno soddisfatto né l’opposizione né le categorie coinvolte. Soprattutto le Regioni hanno fatto sentire la loro voce in merito ai provvedimenti che ora illustreremo.
L’intervento può essere riassunto nella apertura degli ambulatori di sabato e di domenica per garantire l’esecuzione delle prestazioni. In caso non sia possibile rispettare le priorità indicate per visite e analisi le Asl devono assicurare l’esecuzione delle stesse, attraverso liberi professionisti che lavorino all’interno dell’ospedale. Come? Al prezzo del ticket o utilizzando delle strutture private accreditate.
Il decreto prevede poi l’istituzione presso l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari della Piattaforma nazionale delle liste d’attesa interoperabile con le piattaforme delle liste di attesa di ogni Regione. Le aziende ospedaliere sanitarie avranno inoltre il divieto di chiudere o sospendere le prenotazioni dei Lea, pena una sanzione economica. È prevista inoltre una detassazione minore sugli straordinari dei medici.
Con l’obiettivo di smaltire le liste d’attesa le Regioni e le province autonome potranno aumentare il limite di spesa sanitaria.
Dove trovare la copertura economica?
Su carta, per quanto su alcune decisioni si potrebbe discutere, la soluzione sembrerebbe adeguata al problema. Nonostante la situazione così grave delle liste d’attesa però, se non è stata prevista una erogazione di denaro per supportare questo decreto, dove dovrebbero essere presi i fondi? Il primo accenno a un recupero delle risorse riguarda il 2025.
La maggior parte delle Regioni e le opposizioni lamentano il fatto che molte misure erano già previste e programmate. Se non vi sono risorse per pagare i medici e infermieri chi metteranno negli ambulatori di sabato e di domenica? Si tratta semplicemente di ragionare.
Perché è un bene che l’Esecutivo si muova celermente per trovare risposta a un problema annoso come quello delle liste d’attesa. Ma allo stesso tempo deve essere data copertura, altrimenti tra qualche settimana si noterà semplicemente che nulla è cambiato.
E che per poter sostenere una visita specialistica con il Sistema sanitario nazionale servono settimane se non mesi. Anche in momenti nei quali l’urgenza richiederebbe tempi più celeri.
Sarà interessante vedere se nelle prossime settimane effettivamente, come promesso, le liste d’attesa inizieranno a scemare. O se tutto rimarrà invariato.