Nonostante i passi avanti fatti dalla medicina e, soprattutto, dall’informazione l’interrogativo resta: si possono o non si possono avere rapporti sessuali durante e immediatamente dopo una gravidanza? Se si pensa che fino a qualche anno fa, per timore e ignoranza, si credeva che non fossero possibili nemmeno le visite ginecologiche nei primi mesi di attesa, la cosa non stupisce affatto. Ecco allora un semplice vademecum, fatto di botta e risposta, per chiarire ogni dubbio. La risposta, in generale, è si, a condizione che la gravidanza in questione non sia a rischio e che entrambi i partner siano sani, per evitare inconvenienti sgradevoli (es. infezioni) che potrebbero creare problemi quali parti prematuri o aborti.
Quali precauzioni vanno prese? Nella maggior parte dei casi è consigliabile l’uso del preservativo durante la gravidanza, per evitare la trasmissione di eventuali virus o infezioni. Gravidanza e calo dei desiderio possono essere connessi nella donna? Si, ma soprattutto per ragioni psicologiche e non fisiche o ormonali. Ad esempio, nel caso di un particolare stato di ansia della donna incinta (es. dubbi o paure riguardanti la gravidanza, cercata o meno) o nel caso di problemi pre-esistenti tra i partner, la gravidanza aumenterà il rischio di insoddisfazione e calo del desiderio.
Per quello che riguarda più specificamente il raggiungimento dell’orgasmo, bisogna tenere conto delle trasformazioni genitali subite da ogni donna durante la gravidanza (congestione vulvare e clitoridea, gonfiore). Nella maggior parte dei casi questi cambiamenti non solo non influiscono sulle percezioni della donna, ma, anzi, spesso ne aumentano la capacità di godere del rapporto. Per ciò che invece riguarda l’anorgasmia, qui intervengono fattori prettamente psicologici da risolvere con il partner, magari anche in seguito alla gravidanza.
E nell’uomo? Anche se in misura minore, i futuri padri possono essere condizionati psicologicamente dalla gravidanza fino ad avere un calo di desiderio. I motivi, in genere, sono due: o trovano la partner meno attraente; oppure sono frenati da paure riguardo i possibili danni per il nascituro. Il bambino corre qualche pericolo? Se la gravidanza non è patologica i pericoli sono praticamente nulli. Nel caso, invece, di una gravidanza che presenta problemi nei primi due trimestri i rapporti vanno evitati mentre nel terzo trimestre sarà necessario astenersi in caso di placenta previa o altre problematiche simili. Vale in ogni caso la regola generale del non esagerare, i rapporti troppo concitati mettono comunque la donna incinta in condizioni rischiose.
Quanto tempo è meglio aspettare dopo il parto prima di avere rapporti? Da un punto di vista fisico, si consiglia un’attesa che va da uno a tre mesi dopo il parto. In generale, comunque, sarà buona regola attendere l’ok dei ginecologo. Da un punto di vista psicologico, invece, la cosa si fa leggermente più complicata: bisogna infatti ricordare che ogni donna con il parto subisce uno shock, più o meno intenso, al quale seguirà uno stato di modesta depressione, stanchezza fisica e psicologica. Bisognerà quindi essere molto attenti ed attendere il momento in cui l’equilibrio psicologico della donna sarà ristabilito.
La contraccezione è obbligatoria dopo il parto? E se si, di che tipo? In generale, lo status fisico della donna in seguito al parto, le impedisce di restare subito incinta a causa della presenza di prolattina nel sangue e della conseguente riduzione dell’attività ovarica. Però, già dopo 2-3 mesi, il ciclo e l’ovulazione potrebbero ricomparire. Quindi, si consiglia l’uso del contraccettivo per evitare gravidanze indesiderate. Durante l’allattamento non è possibile assumere la pillola come contraccettivo poiché gli estrogeni possono influire sulla produzione del latte. E’ consigliabile dunque l’uso di preparati a base di solo progesterone o di contraccettivi di barriera (preservativo o diaframma).
In genere, in seguito al parto, la donna ha bisogno di assistenza e cure, non solo da parte del partner, ma spesso anche da personale specializzato, per gestire i cambiamenti fisici e psicologici derivanti dalla gravidanza. Sarà quindi indicato in ogni caso un dialogo intenso e sincero sia con il compagno che con il ginecologo e l’ostetrica (o con uno psicologo nei casi più gravi), per affrontare con consapevolezza ogni dubbio o perplessità.