Una buona notizia arriva dagli Stati Uniti: il trapianto di cellule staminali cordonali eseguito su di una bimba di 5 anni affetta da paralisi cerebrale sta portando ottimi risultati. A distanza di un anno la bambina parla, si muove e interagisce e sta facendo registrare notevoli progressi che fanno ben sperare per il futuro.
A riferirlo è la Professoressa Irene Martini di SmartBank che ha crioconservato le cellule cordonali della bambina rendendole disponibili per il trial clinico americano della Duke University. La bambina sulla quale è stato eseguito il trapianto è affetta da paralisi cerebrale dalla nascita e dopo i due trapianti di cellule staminali autologhe cordonali comincia a dare i primi segnali di miglioramento anche se per parlare di successo è forse prematuro. A intervenire sulla questione, sottolineando i buoni risultati ottenuti e inaspettati, è Irene Martini direttore scientifico di SmartBank.
Il referto dell’ultima risonanza magnetica cui è stata sottoposta la piccola parla di un quadro normo-conforme. L’esame ha riscontrato un’evidenza pressoché nulla nelle aree della corteccia celebrale precedentemente molto alterate. Il corpo calloso sottile evidenziato a febbraio 2010 ha recuperato dimensioni definite normo-conformi.
A distanza di un anno dal primo trapianto e sette mesi dal secondo, la bambina sta insomma reagendo in modo molto positivo e il suo caso fa dunque ben sperare per il futuro, come ci tengono a sottolineare i medici che la hanno in cura.
La bambina ha avuto uno sviluppo cognitivo totale ed è in grado di parlare. C’è stato anche un netto miglioramento delle condizioni distoniche. Sono persona di scienza e guardo con estrema attenzione a questi risultati che indicano una strada di speranza per molti altri bambini
Ma le paralisi cerebrali sono una delle malattie più diffuse nei bambini e in generale 17 milioni le persone nel mondo che vivono con una paralisi cerebrale.
Questo disturbo devastante è la più comune disabilità nell’età infantile: il 25,4% dei bambini ha una grave disabilità; la metà muore prima dei 18 anni; 1 su 4 ha l’epilessia, 1 su 3 non può camminare, 1 su 4 non può invece parlare, mentre 1 su 10 è cieco