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L’intervento alla safena con la fotocoagulazione laser

L‘EVLT, ovvero la fotocoagulazione laser della vena safena, sostituisce oggi il trattamento classico dell’incontinenza safenica, rappresentato dalla safenectomia o stripping safenico. Questa tecnica innovativa mira all’eliminazione del reflusso safenico non, come nel caso della safenectomia, mediante l’asportazione della vena bensì con la sua chiusura dall’interno. La safena rimane dunque in sede, ma è come se non ci fosse più, assumendo le caratteristiche di un tubicino chiuso e inerte.

 Il sangue potrà così raggiungere i grossi collettori venosi principali attraverso vene collaterali sane e quindi non refluenti. Prima di praticare la fotocoagulazione laser, il paziente viene sottoposto all’ecocolordoppler, un esame eseguito con un apparecchio ad ultrasuoni al fine di accertare l’effettiva incontinenza della safena. Tracciato sulla cute e per mezzo dell’ecocolordoppler il decorso della safena da trattare, il paziente viene preparato con disinfezione e materiale sterile.

 Inizia quindi la fase di inserimento nella safena di una guida, di un cateterino e quindi della sottilissima fibra laser che viene fatta risalire sino allo sbocco della safena nella vena femorale (o nella poplitea nel caso in cui si intervenga sulla piccola safena). Il corretto posizionamento della fibra viene controllato per mezzo dell’ecografo. Una volta somministrata l’anestesia locale lungo il decorso della safena, la vena viene quindi fotocoagulata eseguendo una graduale e progressiva retrazione della fibra laser.

La lunghezza d’onda del raggio laser è specifica (940 nanometri) perché l’energia veicolata venga assorbita dall’emoglobina e dall’acqua. Questa azione consente la chiusura della safena attraverso la vaporizzazione delle pareti interne e del suo contenuto. Al termine della procedura, della durata di 30-40 minuti, vengono posti degli spessori di garza in corrispondenza del segmento vasale fotocoagulato e l’arto viene inguainato in una calza elastica del tipo “mezzo collant” (2° classe di compressione). Salvo diverse indicazioni, questa andrà mantenuta in sede per 4 giorni continuativamente (giorno e notte), per altri 4 giorni solo durante le ore diurne (le compressioni in garza verranno rimosse dal paziente stesso al termine dei primi quattro giorni).

Verrà consigliata, inoltre, l’assunzione di una compressa di antinfiammatorio, da prendersi la sera dell’intervento al momento di coricarsi e la mattina successiva al risveglio. Anticoagulanti quali eparina a basso peso molecolare verranno prescritti solo se clinicamente indicato, quindi a discrezione dello specialista. Per poter ammirare la scomparsa totale e permanente delle varici occorrerà attendere 2-4 mesi. Trascorso tale periodo è possibile che alcune varici sulle vene collaterali, essendo di grosse dimensioni prima dell’intervento, anziché scomparire si riducano soltanto: in questo caso si potrà intervenire con delle iniezioni sclerosanti per cancellarle del tutto. Riferisce il dottor Marco Floriani, specialista in Chirurgia Generale, Angiologia e Chirurgia Vascolare all’Istituto Medico Quadronno di Milano

 “A seguito della mia esperienza e in accordo con i più preferiamo non trattare le varici safeniche al termine della EVLT, in quanto queste tendono a scomparire o a ridursi significativamente in modo spontaneo e nell’arco di tempo di 2-4 mesi. Solo successivamente, in occasione quindi del secondo controllo, provvediamo all’eventuale sclerosi di varici residue (il più delle volte con finalità estetica e se richiesto dalla paziente). Tale atteggiamento mira a ridurre ancor di più il trauma dell’intervento (realmente minimo), evitando così un trattamento aggiuntivo spesso non necessario. Trattiamo invece nel corso del medesimo intervento (con microflebectomia o con sclerosi) le eventuali varici di origine non safenica, quelle cioè che poco risentirebbero della sola EVLT”.

 Il primo controllo post operatorio, se non diversamente richiesto, viene solitamente eseguito a 6-10 giorni dall’intervento. Il secondo controllo viene programmato a distanza variabile a seconda del caso, ma in genere dopo 4-6 mesi dal trattamento. Sono raccomandati successivi controlli annuali.